PERCHE' SEGUIRE UNA RELIGIONE?

 

d) Perchè seguire una religione? Non è sufficiente credere in Dio e comportarsi in modo corretto evitando le burocrazie e le castrazioni razionali religiose che impediscono una sana crescita interiore e civile?

r) Avere la percezione di una realtà infinita, divina, creatrice nella profondità del Sè universale è sicuramente l'essenziale, ma non è di tutti, compresi quelli che "credono di credere" solo perchè sono abituati a seguire i dettami della loro religione nativa. Io credo convienga sia agli uni sia agli altri   accettare una base sociale terrena con buone regole di base e con figure esemplari di riferimento. Ogni religione invita alla pace, alla fratellanza, alla concordia ed ha un fondatore illuminante (si chiami Gesù, Buddha, Confucio, Lao tze, Krischna, Abramo, Maometto...). Perchè isolarsi?

d) E' anche vero però che le religioni manipolano i dati e li estremizzano. Consideri come i musulmani fanatici storpino i concetti per arrivare a proclamare guerre sante o i cristiani fanatici facciano della difesa alla vita un progetto di morte (dalla campagna contro l' uso delle cellule staminali a quella contro il contenimento demografico). Come si fà ad accettare una religione se la maggioranza dei fedeli e dei loro capi sragiona?

r) Lei stesso ha distinto chiamando fanatici coloro che alterano i contenuti della religione. Ed anche se fossero la maggioranza è una ragione di più per stare insieme a loro cercando con estrema prudenza di rimetterli nel buon senso. E' un modo per allenarsi a crescere aiutando a crescere.

d)La religione non può essere sostituita dal civismo stesso, dalle regole umane ed intelligenti di una società?

r) Ogni religione ricorda che il fine dell'uomo non è terreno anche alle persone più semplici. Le leggi civiche non hanno questa doppia valenza spirituale-materiale. Quando manca questa valenza l'uomo non riesce a controllarsi. Nonostante le leggi l'uomo si ingegna ad affermare il suo egoismo a danno degli altri, talvolta le modifica a suo uso personale sia negli stati cosiddetti democratici come in quelli autoritari.

d) La religione forse non esiste perchè l'uomo è ancora limitato? Un domani potrà farne a meno sentendo il bene comune come il suo stesso bene. Non è pessimistica la visione che vede gli uomini come tanti squali che cercano di mangiarsi a vicenda ed hanno dunque bisogno di imposizioni esterne?

r) Nell'uomo c'è una tendenza evolutiva in cui il proprio bene coincide con quello generale ed un'altra egoistica, di sopraffazione. La religione serve a ricordare la prima mentre la legge a punire la seconda.Ma anche quando la legge è giusta da sola non è sufficiente se l'uomo continua ad essere squalo.  Osservi l'Italia o altri paesi del terzo mondo nei riguardi della tutela ambientale. Prima c'era una spiaggia od una collina goduta da tutti poi , nel giro di pochi mesi, ruspe e colate di cemento e quella bellezza è rovinata non solo per tutti ma anche da chi ha speculato. Adesso c'è brutto prima era bello e godibile da tutti. Mancando la sensibilità umana, la civiltà, le leggi ci sono solo squali. Non dite voi: non c'è più religione? Certo è bello sperare, io credo fortemente alla evoluzione umana ma cerco di non dimenticare la realtà che ho davanti, per non sbatterci contro. Credo che ci sia bisogno di religione seppur seguita sempre più da adulti.

d) Il richiamo ad essere bambini di Gesù per entrare nel senso del divino non contrasta con il concetto di essere adulti?

r) Essere spontanei, vivi, liberi, ricchi di sentimento come i bambini non significa essere cretini e creduloni. Molto spesso trattiamo i bambini come deficienti che devono essere manipolati. Non è questo che intendeva Gesù che ricordava di essere astuti come serpenti ed innocenti come colombe . Ossia adulti: avveduti, ragionevoli, capaci ma puri, onesti dove la ricerca della verità mette tutto al secondo posto. Gesù arrivava perfino ad identificarsi con la verità (così alAllaje) che la ricerca è essa stessa verità. Poi la condizione umana, il suo limite pone il distinguo tra Dio e l'uomo che cerca: quanto a quell'ora solo Dio conosce, diceva Gesù.

d) La religione cambia volto se si medita sulla sua origine, sui suoi testi. Si scopre che tra la dottrina predicata dai suoi preti ed il suo senso profondo c'è un abisso. Perchè dunque seguire quanto ormai si è irrigidito o corrotto col tempo?

r) Questo si spiega nei termini ordinari della sociologia. Ogni religione ha uno stato nascente in cui il "maestro" e la comunità vivono una esperienza umana e spirituale straordinaria. Dopo la morte del maestro vengono stabilite regole e dottrine che si ripetono senza quella originaria partecipazione intima, sentita, commossa al significato dell'esistere, che è poi la fede. La fede diventa credenza in un sistema concettuale, in ritualizzazioni stereotipe. Talvolta le origini ed i testi vengono alterati o mitizzati per cui arrivare a cogliere questo senso originario comporta filtrare le manipolazioni. Seguire una religione significa ricercane il suo senso oltre la burocrazia che lo imprigiona. E' quanto ha fatto Francesco d'Assisi senza per questo "inventare" una nuova religione.

d) A mio modo di vedere , in pratica, religione e politica convivono in quanto difendono interessi economico-ideologici. I rappresentanti religiosi finiscono per fare demagogia, ossia attuano i modi per ottenere un consenso presentando la loro verità come l'unica possibile. Mancando sia di criticità sia di sentimento ne consegue che la migliore soluzione è tenersene alla larga. Il fatto teorico di capire la validità originaria della religione e riscoprire l'afflato mistico diventa un fatto personale e credo che Francesco d'Assisi avrebbe seguito la sua strada indipendentemente dal consenso ecclesiale.

r) Il mestiere di chi gestisce una istituzione è indubbiamente burocratico e politico. In effetti c'è una contraddizione tra il senso originario della religione e la sua istituzionalizzazione, o se si vuole tra fede e burocrazia religiosa. D'altra parte, almeno oggi considerando l'umanità attuale, non si può fare a meno dell'istituzione religiosa allo stesso modo di come non si può fare a meno delle istituzioni civili. E' una utopia affermare: se tutti gli uomini fossero onesti non ci sarebbe bisogno di leggi e se tutti gli uomini avessero fede non ci sarebbe bisogno di religioni. La religione nel suo complesso è un apporto terreno da cui può partire in modo libero lo slancio mistico, la ricerca spirituale. E questo "viaggio" si svolge di nascosto, nella propria interiorità. Progredendo verso la verità le differenze tra le religioni vengono superate: i mistici parlano lo stesso linguaggio indipendentemente dalla loro estrazione, e sono i primi a capire la relatività ma anche il valore di quegli schemi tramandati dalla religione.

d) La religione insomma è la tradizione da rispettare, l'asino che porta tesori?

r) In un certo senso è così. Per tradizione si intende la trasmissione di comportamenti e consapevolezze ( In occidente negli ultimi due secoli la tradizione è stata confusa con una dottrina nata negli ambienti occultistici e teosofici che riprendeva miti antichi e credenze in un sistema globale assolutistico). Tradizione è trasmissione di un saper fare e di conoscenze in tutti i settori umani, a cominciare dall'artigianato. Succede che, in primo luogo nel campo religioso, la tradizione subisca un processo di appiattimento nella consuetudine, nella mera ripetizione inconsapevole di un qualcosa che diventa "intoccabile" solo perchè è lì da tanto tempo: proprio per questo esso deve essere invece rivisitato senza timore per restituirlo al significato originario. Il fatto che le stesse autorità di una religione siano spesso ignare del senso simbolico dei riti , dell'essenza di quanto praticano non dovrebbe comportare un rifiuto di tutto. C'è un modo dire: gettare il bambino con l'acqua sporca...

N.Nurettin

 

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