incisione di G.Dorè

L'incisione di Gustav Dorè rappresenta Lucifero intento a divorare Bruto Cassio  e Giuda .  Dante Alighieri nella divina commedia   colloca l'inferno nelle viscere della terra ,come voleva la concezione d'allora. I fenomeni  sismici, il magma incandescente che erutta dai vulcani trovavano così una spiegazione: sotto terra c'è proprio un trambusto infernale! Le stelle cosiddette fisse (solo nel xx secolo è stato appurato che le stelle ruotano intorno al centro gravitazionale galattico) erano concepite nel medioevo cristiano come buchi nella calotta celeste che fanno trapelare la luce divina mentre i cieli degli astri mobili ,dalla Luna a Saturno (Urano, Nettuno e Plutone  sconosciuti) , erano la dimora paradisiaca delle anime sante. Lucifero ed i demoni danteschi venivano rappresentati come  pippistrelli in quanto questi sono animali notturni (delle tenebre). Gli angeli  erano immaginati invece come i graziosi e diurni colombi , adeguatamente umanizzati, ed anche lo Spirito Santo (che poi è l'arcangelo Gabriele per l'Islam) è effigiato come un colombo. Tornando a Lucifero egli regna, secondo la splendida fantasia dantesca, nel centro della terra dove il ghiaccio contrasta i gironi infuocati sovrastanti. E c'è un motivo: i vizi nascono dalle passioni che bruciano, consumano, costringono l'essere impedendogli la libertà dell'intelligenza spirituale mentre i traditori (si pensi a chi tradisce la buona fede del prossimo) hanno spento ogni calore, sensibilità e rispetto umano. Ecco dunque la loro condanna nel ghiaccio sorvegliati da Lucifero   .Va detto infine che in ogni religione molti addetti al culto  consideravano come peggior peccato l'apostasia, ossia rinnegare la religione natale, e ciò  per evitare fughe di convertiti   spesso di comodo, nel medioevo tutt'altro che infrequenti. Va da sè che dal Corano e dal Vangelo emerge che solo una è la conversione, quella del cuore e che i traditori sono i fanatici, farisei ipocriti legati alle forme esteriori o a seguirne una per mero  interesse impedendo agli altri una fede sincera (munafikin).

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