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Non è più dunque agli uomini che mi rivolgo, ma a Te,
Dio di tutti gli esseri, di tutti i mondi, di tutti i tempi: se è lecito che delle deboli
creature, perse nell'immensità e impercettibili al resto dell'universo, osino domandare
qualche cosa a Te, che tutto hai donato, a Te, i cui decreti sono immutabili ed eterni,
degnati di guardare con misericordia gli errori che derivano dalla nostra natura. Fa sì
che questi errori non generino la nostra sventura. Tu non ci hai donato un cuore per
odiarci l'un l'altro, nè delle mani per sgozzarci a vicenda; fà che noi ci aiutiamo
vicendevolmente a sopportare il fardello di una vita penosa e passseggera. Fà sì che le
piccole differenze tra i vestiti che coprono i nostri deboli corpi, tra tutte le nostre
lingue inadeguate, tra tutte le nostre usanze ridicole, tra tutte le nostre leggi
imperfette, tra tutte le nostre opinioni insensate, tra tutte le nostre convinzioni così
diseguali ai nostri occhi e così uguali davanti a Te, insomma che tutte queste piccole
sfumature che distinguono gli atomi chiamati "uomini" non siano altrettanti
segnali di odio e di persecuzione. Fà in modo che coloro che accendono ceri in pieno
giorno per celebrarti sopportino coloro che si accontentano della luce del tuo sole; che
coloro che coprono i loro abiti di una tela bianca per dire che bisogna amarti, non
detestino coloro che dicono la stessa cosa sotto un mantello di lana nera; che sia uguale
adorarti in un gergo nato da una lingua morta o in uno più nuovo.
VOLTAIRE |
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musica di sottofondo di Nazzareno Venturi (richiede explorer)
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