Il sufismo insegna a purificare se stessi, a raffinare la propria etica e costruire una vita interiore ed esteriore tale da permettere di staxionare nella pace e nel bene. Suo oggetto è la purificazione dell'anima e suo scopo la conquista della felicità e dell'eterna beatitudine.
 
 sheikh el-Islam Zakaria Ansari

 

 

CENNI SULL' ETICA E SULLA BIOETICA NELL'ISLAM

premessa alle domande inviateci

La vita individuale è scandita dall'alternarsi di tre istanze: dell'impegno, del lavoro, del divertimento. Se una di queste eccede sulle altre l'equilibrio personale si spezza. Come dice il Corano la vita è un gioco, anche nel senso che tutto è transeunte ,fenomenico, ma nello stesso tempo è un impegno (uno sforzo, una jihad) per   realizzare una realtà civica veramente degna dell'uomo, e lavoro, ossia l'aspetto adulto, attivo, produttivo della propria scienza ed esperienza personale ( di cui il lavoro propriamente detto è solo un'aspetto). La propria vita è un'occasione straordinaria di conoscenza e realizzazione: sprecarla, renderla insignificante, inutile non è da musulmani, non è da esseri umani. Una vita che non manca di  godibilità (il piacere), nè di attività sul piano conoscitivo e realizzativo (il lavoro) e impegno sociale/individuale è una vita "piena", con la giusta pressione d'energia che si scandisce nel tempo.

Etico è l'impegno dell'uomo per una vita che sa cogliere il giusto ed i valori, impegno filtrato dalla ragionevolezza e dalla propria esperienza. "Cosa è giusto fare in quella circostanza? Come mi devo comportare? Cosa devo fare io per il mio prossimo?": Certamente ognuno nasce in una società che ha già un suo sistema di valori e che fa cadere "dall'alto" in modo genitorializzato per l'io bambino, ma ovviamente tutto questo va riflettuto ed agito personalmente, senza automatismo giacchè, se non eccezionalmente per via di handicap, nessuno rimane bambino incapace di capire,volere e decidere .

Il Corano offre una piattaforma per regolare l'impegno umano che ogni musulmano adatta nel suo tempo e nella sua vita, gli fornisce una base da far liberamente propria ("nessuna costrizione in fatto di religione"recita il Corano), da rendere intima e personale, da trasformare in modo adulto come etica.  A ben vedere le ricette comportamentali nel Corano sono contestuali al suo tempo ed al suo spazio (l'Arabia del VII secolo) ma considerando la pianificazione totale dei versetti (quindi oltre la lettera limitata) si apre a ogni intelligenza, oltre i periodi e le culture specifiche. Quindi anche le questioni bioetiche oggi dibattute trovano elementi di riflessione già nel Corano, dalla deducibilità che il sacro testo lascia all'intelligenza ed al sapere esperenziale del musulmano, quello vero, quello che va "a cercare il sapere fino in Cina" e "dialoga con gli altri e si informa prima di prendere decisione". Quindi il Corano non tratta i musulmani come bambinetti, ma li invita a crescere,  a conoscere, a prendersi delle responsabilità, a essere appunto "saggi".

Etica è dunque un fatto di responsabilità, di valutazioni situazionali, e questo non significa che ognuno può pensare e fare quello che vuole: c'è un piano comportamentale corretto fuori dal quale è devianza, esattamente come c'è una logica che presiede il linguaggio corretto e fuori di essa l'incoerenza . Precisato questo consideriamo che secondo l'Islam i comportamenti possono essere leciti o illeciti ed in mezzo un'area di confine che si presta a variabili e valutazioni diverse. Qualche esempio pratico sulla sessualità: è una cosa bella e giusta in una coppia sposata, esercitata di per sè  senza fini procreativi (nell'Islam è sempre stato lecito l'uso del contraccettivo). La donna può decidere entro tre mesi dalla gravidanza se abortire (consigliabile se le condizioni renderebbero difficile la vita al nascituro, in caso di violenza, in casi di sovrappopolazione ) (1). E' illecito avere rapporti sessuali extraconiugali. Ciò significa avere tradito non lo sposo ma un contratto, la propria parola. Quindi è disonestà, inganno. Se c'è qualcosa che non funziona il contratto del matrimonio si può sempre sciogliere col divorzio ed allora liberi come prima. Il Corano prevede la pubblica accusa dei fornicatori (la terminologia coranica della fattispecie è stata un tempo forzata a significare fustigazione). Il Corano dice però anche che "se due hanno fatto quella cosa" (sembra intendere anche i rapporti extraconiugali) la prima volta vanno redarguiti e "si chiude un occhio", se poi perseverano entrano nella devianza sociale e legale. C'è anche da riflettere su come queste devianze sociali siano spesso il riflesso di quelle psicologiche. Su tutti il caso di chi, impaurito di essere omosessuale, cerca di confermare la propria mascolinità in continue conquiste femminili (il "dongiovannismo" o il "gallismo" così ben dipinto da V.Brancati). Illecito è pure il rapporto con minorenni o minorati, qui la devianza psichica di chi usa la sessualità in questo modo, può essere assai grave. Nell'area di confine sono le coppie che pur convivendo preferiscono non sposarsi, se comunque  "funzionano" bene non c'è problema, così per rapporti saltuari tra persone libere ed adulte, anche se un pò di stabilità sarebbe auspicabile.

E infine due parole sulla bioetica senza entrare nel dettaglio sul referendum che si svolgerà in questi giorni in Italia. Per l'Islam è un diritto la felicità per cui si cerca di garantirla in ogni modo. Se è possibile individuare la presenza di difetti nel feto che renderebbero difficile ed infelice la vita del nascituro e dei famigliari è doveroso interrompere la gravidanza. L'opinione dell'Islam sulla questione dei diritti del feto si basa sul fatto che finchè non si è sviluppato il sistema nervoso non  si può parlare di individuo umano, a maggior ragione parlando di embrione,  dell'ovulo e dello spermatozoo. Sono  questi elementi di strutturazione destinati naturalmente, nella stragrande maggioranza a non andare a termine, compresi i feti  (quindi non ci sono limiti nello studio e nell'utilizzo legittimo delle cellule staminali prelevate dall'embrione) (2) .  Quando l'individuo invece è nato va difeso in ogni modo. Questa difesa della vita esistente, per l'Islam, si allarga alla natura tutta tanto è vero che perfino tagliando un albero o ammazzando una bestia per varie necessità, tra cui quelle alimentari,  il musulmano invoca il Misericordioso. L'essere umano ha pure il diritto di nascere in modo naturale e da un'atto d'amore  per cui l'accanimento artificiale per avere un figlio non è ben visto dall'etica islamica. La felicità invocata  dai coniugi o da un coniuge di avere il proprio figlio a qualunque costo servendosi di qualsiasi mezzo è vista psicologicamente come un capriccio. Qualsiasi psicologo vede le implicazioni di una scelta del genere. Chiaramente ogni possibile intervento sul feto è legittimo a livello terapeutico e non per programmare  caratteristiche, che l'essere umano non è un giocattolo. Insomma l'Islam sulla questione dibattuta in italia si pone in una via di mezzo tra le due posizioni estremistiche dei tutti si e dei tutti no . Quel che conta è evitare di ragionare per partito preso ma per senso di responsabilità nei confronti del prossimo: tutti sono convinti di essere dalla parte della vita e del giusto e che i "cattivi" siano gli altri, bisogna sapersi interrogare e prendere una decisione sperando che il buon senso domini la maggioranza .

1)  L'interruzione della gravidanza in diverse legislazioni islamiche è stata prevista perfino nel caso metta  a rischio la bellezza della donna, ma deve essere sempre lei a decidere.

2) E' evidente pure che se si trova un sistema efficiente (o venga confermato quanto è allo studio: clonare staminali da cellule embrionali esistenti ) per evitare di  prelevare le cellule staminali da nuovi embrioni ben venga. In un certo senso, essendo tutta la vita sacra, se è necessario intervenire bisogna scegliere il mezzo che si presenta più a monte nel processo di individuazione biologico.

 Domande e Risposte (le prime sono le più recenti)

D) (...) Come vive la sessualità il musulmano? E i mezzi anticoncezionali, l'aborto sono permessi? (...) Che atteggiamento si ha nei confronti del problema demografico? .Scusate la stranezza della lettera ma voglio farmi un'idea su queste cose.

R) Niente di strano, si può parlare serenamente di tutto. La sessualità è vista nell'Islam come un bene, un dono da vivere senza il problema di "fare un figlio", per questo sono sempre stati usati i mezzi anticoncezionali e nei casi di sovrappopolazione si è incentivato l'aborto (prima del terzo mese). La castità forzata, monacale ed ascetica, anziché essere vista come spinta religiosa è inquadrata come limitazione alla propria realizzazione, è ciò è psicologicamente corretto. Nell'Iran attuale è stata fatta una campagna di informazione sui mezzi anticoncezionali che vengono distribuiti gratuitamente (ad eccezione dei profilattici colorati e profumati che sono venduti a pagamento). Il contenimento demografico è sollecitato per legge in quanto il terzo figlio non gode dei benefici. Un'altro paese musulmano, l'Indonesia sta cominciando ad adoperarsi allo stesso modo. L'Islam concepisce il rispetto per la vita in modo realistico, è consapevole che il problema demografico è il più urgente da risolvere su scala globale (l'umanità ha superato i sei miliardi ed aumenta di oltre sessanta milioni l'anno), in quanto da esso si scatenano tutti gli altri , dalla distruzione dell'ambiente per lo sfruttamento delle risorse, l'inquinamento che deriva dalle strutture industriali, e le guerre che sempre hanno motivazioni economiche. Con lo slogan corretto che "pochi si vive meglio" l'Iran ha dato l'esempio. E' da ricordare che il musulmano non ha bisogno di un senso di identità nazionalistico ( preoccupazione di quei paesi che vogliono essere "in tanti") essendo il concetto di nazione e di patria frutto dell'occidente moderno. Al regno della quantità preferisce quello della qualità, alle identità fittizie i valori dell'Islam che vedono l'uomo su questa terra solo di passaggio, in essa deve vivere in armonia col creato , con tutte le creature animate ed inanimate, nel rispetto della vita. Questo rispetto obbliga l'uomo a misurarsi con l'ambiente e nell'ambiente non come dominatore ma come creatura tra le altre, creatura responsabile in quanto vicaria di Dio.

D) Volevo sapere la posizione dell'Islam e del Sufismo sulle cellule staminali. Grazie.

R) Vorrà dire : sull'uso delle cellule staminali nel campo della ricerca e in quello terapeutico. Consideri per prima cosa che L'Islam rispetta ogni opinione non  contraria  alla convivenza civica. La libertà esiste finchè non si trasforma in licenziosità e prevaricazione di qualcuno sugli altri: organizzazioni che si impegnano ad abolire la libertà, il pluralismo e la democrazia dovrebbero provocare in uno stato sano una risposta di legittima difesa, così per schieramenti che vogliono ledere una parte in nome di un'altra ( immagini un partito di pedofili che ritengono legittimo violentare i bambini, roba da Olanda, per intenderci). L'anarchismo politico ed etico prodotto dall'occidente  collima con le peggiori dittature che questo stesso ha prodotto: liberismo sfrenato (laissez-faire, laissez-passer ...)  e liberticidio. A quando il buon senso e l'equilibrio?  Il problema delle staminali è ideologico, c'è chi presuppone insomma, a torto o a ragione, che un embrione (in natura instabile, pochi si sviluppano) sia un potenziale di essere umano: ma tutto è un potenziale umano, prima ancora lo spermatozoo e l'ovulo, e gli stessi nostri antenati le scimmie ( per cui bisognerebbe dare a loro, vedi in Spagna, gli stessi diritti umani). Ma tra una scimmia adulta ( o il proprio gatto o cane) ed un embrione umano, costretto da una scelta, chi eliminerebbe? Insomma, masturbazioni cerebrali filosofiche, mi dirà. E' certo che l'importazione in occidente di dottrine orientali filo buddhiste ed hindu sulla sacralità della natura ( male intesa) ha creato problemi  prima inesistenti.

D)Vi ho scritto per bisogno di un confronto, di una parola derivante dall'esperienza sufi (...) La mia vita è ricominciata quando ho saputo dire di no alla mia famiglia, alla continua riproposizione che bisognava convivere e accettare chi odiavo, i mafiosi, i violenti, i ricattatori. Quindi la sacralità della famiglia non è invece un freno al bisogno di giustizia e di rinnovamento che sta negli individui?

R) La sua domanda non richiede esperienza sufi. Lei mette mette sul tavolo dati già analizzati dalla sociologia e dalla psicologia sociale. Che la famiglia abbia anche una funzione di conservazione di valori (buoni e cattivi indistintamente) è indubbio. Probabilmente il giusto sta nel mezzo,  nell'equilibrio tra esigenze del gruppo e quelle dell' individuo. Se l'asse si inclina troppo sul gruppo (e la famiglia è un gruppo) si verifica un immobilismo sociale ed una perdita di intelligenza (questa si abbassa insieme al senso critico quando l'eggregoro del gruppo è dominante: fare come gli altri, seguire passivamente il capobranco, una dottrina e una tradizione, eccetera) se si inclina sull'individualità si verifica una disorganizzazione e una conflittualità generale che danneggia tutti. Insomma lei è una persona responsabile, faccia le sue scelte, le più utili per la sua evoluzione personale e che siano vantaggiose anche per chi le sta intorno.

D) Grazie ad amici musulmani, a diverse letture e, soprattutto, grazie alla misericordia di Dio, ho avuto modo di entrare in contatto con la fede islamica e tutto ciò che le riguarda. Sin dai primi momenti il fascino che ha esercitato su di me tale dottrina è stato piuttosto intenso, ma, provenendo da un forte passato cattolico, ho avuto non poche difficoltà ad accettare tutte le sue componenti legalistiche...se cosi possiamo definirle. Passare dalla "liberta" cristiana professata da Sauro di Tarso alla Shari' ia coranica non è stato precisamente facile. Anzi. Avvicinandomi, invece, alla sua componente esoterica, che trova, appunto, la sua esplicazione nel Tassawuf, ho avuto la possibilità di riscontrare parecchie similitudine con la dottrina cristiana. Certo non vorrei incorrere nell' errore di avvicinarmi ad esso per "paura" del legalismo: come disse l' imam Maliki "Chi segue la Legge senza Tassawuf è un corrotto e chi segue il Tassawuf senza la Legge è un eretico". Pertanto cerco di avvicinarmi ad entrambi, per cosi dire, in punta di piedi. Non nego di essere rimasto un po stupito da alcune cose lette nel vostro sito. Quasi si voglia "sottovalutare" la Legge, se mi consente l' espressione. Forse mi potra fornire ulteriori delucidazioni in tal senso, cosi da comprendere meglio il "punto di vista" esoterico della questione. Ancora mille grazie per l' attenzione e mi scuso se su certe cose posso essere impreciso...è sl da un annetto che ho cominciato a studiare...

R) Non si deve sottovalutare la legge nè sopravvalutarla ma semplicemente restituire ad essa il suo valore terrestre di regola adattabile ai tempi e ai luoghi. Questo diceva Gesù ,  diceva Maometto e  dicevano i sufi realizzati ma coloro che confondono la legge con lo spirito li hanno avversati. La fede (che è un impulso non una credenza) si ha o non si ha, un pò come l'arte e l'esigenza di giustizia. Del resto c'è bisogno anche di leggi, di norme, di  ed ancor più del senso di tali forme. Se si riferisce per "sottovalutare la legge" a certe frasi riportate dai maestri sufi, da AlAllaje a Rumi a Kayam  sono da scoprire anch'esse oltre la forma. Un guscio di cocco di per sè non vale nulla ma solo per quanto contiene. Noi musulmani ora stiamo facendo il digiuno in questo mese di Ramadan ma c'è chi lo fa per meccanismo ripetitivo e imitativo e chi lo vive per i suoi significati profondi traendone vero beneficio. 

D) Beh, in effetti proprio questo considerare la Legge adattabile ai tempi e ai luoghi mi ha lasciato le maggiori perplessita.
Vero è che tale "visione" ben si adatta a quello che ha profesato Gesù (o meglio, cio che di lui ci hanno fatto conoscere i vangeli), ma mi sembra molto distante da cio che viene affermato nel Sacro Corano, ove si parla e si attesta della Sua immutabilità, garantita da Dio stesso. Mi sembra strano che ci si riferisca "solamente" al Suo messaggio dottrinale e non anche alle Sue Leggi (come ad es quella che vieta gli alcoolici, tanto per citarne una).
Gesù poi ha anche affermato che non è venuto ad abolire la Legge (anche se qui parliamo della Torah), ma a completarla. Quel completamento è sicuramente l' Amore, considerando il fatto che gli ebrei avevano ridotto la Legge stessa ad una mera successione di precetti dei quali ormai avevano perso il senso originario (l Amore, appunto). Cio nn toglie tuttavia che essa sia sempre valida, come conferma lo stesso Gesù.
D altro canto, sembra (e sottolineo "sembra") che i musulmani sunniti stiano un po ripetendo cio che all' epoca fecero i nostri fratelli israeliti: applicare la Legge. Punto. Senza considerarne il Valore.
Mentre scrivo mi rendo conto che il cammino verso la Salvezze è lungo. Ma confido in Dio

R) Ed infatti un sufi non mangia carne di maiale nè beve vino in quanto musulmano. Poi c'è musulmano e musulmano come cristiano e cristiano ma non ti curar di loro....diceva Dante. Nel  IL CORANO SENZA SEGRETI di Gabriele Mandel, ed. Rusconi,  che ancora, se fortunati, si trova nell'usato si chiarisce perfettamente il punto di vista dei fanatici e quello dei sufi. . Dio sceglie chi vuole

 

IL CARAVANSERRAGLIO