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JAMES HILLMAN

(FOTO TRATTA DA

http://www.violettanet.it/poesiealtro_autori/HILLMAN.htm

 

 

JAMES HILLMAN - IL CODICE DELL'ANIMA

Forse uno dei testi più significativi di Hillman nel quale viene recuperata l'idea antica dell'anima individuale, il daimon, sempre capace di condizionare il destino di una persona (ed in modo tragico se non conosciuto dall'io). La psicologia occidentale ha sempre spiegazioni "orizzontali" (genetiche o ambientali che siano) relegando l'idea dell'influsso dell'anima alla superstizione. In questo recupero archetipico Hillman è, a mio parere, fin troppo drastico per cui tutte le spiegazioni psicologiche diventerebbero banali. Ammessa l'esistenza di questa verticalità dello spirito, capace di riflettersi come un'ombra sull'acqua nello svolgimento fenomenico, ciò non esclude, pur nella loro "relatività", le varie interpretazioni psicologiche : esse hanno un valore e una importanza proprio in questa ottica globale. Quando i sufi parlavano del nafs non intendevano solo l'inconscio biologico e psichico ma anche quello archetipico, ed è tutto l'insieme a fare un destino nelle scelte compiute nel tempo. Inoltre il peso degli eventi può bloccare il farsi dell'anima nell'esistenza. Se Hitler fosse stato adottato da neonato da una lupa  avrebbe ululato tutta l'esistenza, un trauma al cervello gli avrebbe staccato il ponte dalla sua anima demoniaca, non sarebbe stato una incarnazione di distruttività.  Insomma, a meno di mettersi sempre, paradossalmente parlando,  dal punto di vista di Dio (dove questi eventi sono sincronizzati dalle leggi divine: succede quel che deve succedere) la realtà è vissuta da un punto di vista umano, relativo e condizionato dal materico, e se c'è misticismo meglio per una globale percezione. Solo da tutti i punti di vista si può avere la percezione esatta del quadro. Insomma gli effetti dell'anima nella caratterizzazione della persona non escludono i fattori genetici ed ambientali, anzi questi possono essere visti come necessari per quella caratterizzazione. Comunque sia il libro ha punte di alto valore (interessantissimo il capitolo sul cattivo seme), altre volte, sempre a mio parere, un pò prolisso, ma fondamentale in una bibliografia. (N.V)

 

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