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G.Dorè-illustrazione per la Divina Commedia-clik per ingrandire

 

 

 

diavoli e diavoletti

( il saggio completo è stato pubblicato sulla rivista "sufismo" dell'ottobre 2006 vecchia edizione)

Rappresentare il male con qualcosa di brutto e terrifico è un'associazione spontanea che si ritrova in tutti i popoli. Parlando   di  una degenerazione neoplastica si usa il termine cancro o polipo, ossia qualcosa che divora o che avvinghia non lasciando scampo alle sue vittime . Si personifica così un nemico che nella realtà è aridamente meccanico: la proliferazione incontrollata di cellule dovuta alla alterazione di alcuni geni (eziologia multipla: difettosa programmazione genetica, virale, ambientale chimica e radioattiva etc. ).  La fame,la malattia, la miseria non solo in occidente erano rappresentate da diavoli orrendi. La paura del male insomma fa vedere sorci verdi.

Il male certamente è associato anche a fattori culturali per cui la tradizione di un popolo può considerare negativamente quello che per altri è un bene od un fatto irrilevante. Per le tribù cannibali era bene cibarsi del nemico ( per catturarne l'energia vitale ), ed in genere  le popolazioni primitive facevano un pasto rituale  di alcuni organi o delle ceneri dei loro defunti per assicurare la continuità di ogni individuo nel totem oltre la morte (dell'eroe in modo particolare). Tutto questo oggi è considerato male a prescindere dalle   sublimazioni simboliche  rappresentate anche nel rito eucaristico cattolico: "prendetene e mangiatene tutti questo è il mio sangue..."(ovviamente si considera la prospettiva antropologica e non teologica). Il sentimento di colpa quindi e' relazionato alle idee dominanti del gruppo: un indiano che non prendeva lo scalpo del nemico non solo era biasimato ma lasciava il poveretto in uno stato di frustrazione se non di ossessione (...ed ora cosa succede? Gli spiriti si vendicheranno, il fantasma del guerriero ucciso mi perseguiterà...). Da questo punto di vista morale ed estetica vanno a braccetto: è il gruppo che stabilisce il bello ed il buono. Una donna senza le labbra deformate dai piattelli incarnati, come succede ancor oggi in certe etnie nordafricane, non solo sarà considerata brutta ma cattiva per essersi sottratta (ammesso che sia possibile) alla consuetudine del clan. Ma anche le norme morali ed i gusti estetici sono stati assoggettati  a mutamenti, talvolta repentini,  dovuti a dominazioni ed influssi esterni. Purtroppo,  le conversioni degli indigeni di molte tribù asiatiche, africane, sudamericane hanno comportato drammi psichici terribili. Laddove il costume sessuale era libero e disinibito (ma senza violenza né perversione) come nelle isole della Polinesia, l'innesto di idee che lo associavano al demonio portò squilibri e suicidi prima sconosciuti .

Ma chi sono in realtà i vari Lucifero, Satana, il diavoletto con le zampe caprine, Mammona, Belzebù etc.? Per far questo bisogna ritagliare i vari contesti culturali poiché ognuno ha le sue rappresentazioni dovute a miti e leggende diverse, sia pur in continuità ed in relazione talvolta contraddittoria tra loro. Dato che non tutti erano saggi illuminati capaci di capire che Dio è Uno oltre i nomi, il Dio dell'altro popolo finiva per raffigurare il male, come successe appunto a Belzebu, divinità che appare in Mesopotamia e contrastata dal Dio degli ebrei Jahvè ( il quale era ovviamente il cattivo per gli altri ). Lo stesso diavoletto con le corna, la forca e le zampe caprine non è che una divinità pagana poi demonizzata dai cristiani, è il Dio Pan, Dio della natura (e se si fosse limitato a questo poteva essere trasformato in un santo) e,  dell'eros orgiastico. Inevitabile la sua demonizzazione. Alle Dee Veneri protettrici delle città toccò una miglior sorte : essere modificate in Madonne e non di rado dove appariva ed  elargiva grazie  la dea continuò ad apparire una Madonna  con lo stesso corredo simbolico, dai fiori ai serpenti. Luogo privilegiato della manifestazione prima della dea e della fatina poi della Madonna è la grotta, simbolo collettivo universale della vagina.

La figura del Satana biblico-cristiano è figlia di una trasformazione concettuale. Originariamente dal poemetto d Giobbe risulta essere l'angelo tentatore, incarico datogli da Jhavè in persona, insomma il suo dovere era quello di sedurre gli uomini per metterli alla prova. Ancora   nel Vangelo rimane l'idea veterotestamentaria di Satana come   strumento per provare le anime.."Simone, Simone, ecco, Satana ha chiesto di vagliarvi come si vaglia il grano; ma io ho pregato per te affinché la tua fede non venga meno; e tu, quando sarai convertito, conferma i tuoi fratelli" (Luca 22:31-32). ."Non era dunque  "il cattivo"ma un funzionario celeste con   rispettabili per quanto indelicate mansioni. Nel medioevo la tentazione e la sventura  persero la connotazione di  prove divine essendo ormai ricondotte alla volontà indipendente e maligna di Satana di  dannare più anime possibili.    Evidentemente l'influsso manicheo riuscì a far revisionare la figura di Satana, eletto a diavolo (diabolos: il divisore) per eccellenza. Tra l'altro esso finì per essere identificato a Lucifero che è tutta un'altra storia. C'era già, prima della cultura ebraica, il mito della lotta nei cieli tra gli dei, sia in India sia in Mesopotamia; gli ebrei ripresero il mito trasformando gli dei in angeli . Pensando ad essi,  guardavano in alto, alle stelle che un tempo erano  venerate come Dei o come loro ornamenti. Ora, la stella più luminosa, che è in realtà il pianeta Venere illuminato dal Sole, era ed  é ancor oggi chiamata Lucifero (alla mattina,vespero alla sera). Come mai il Dio-stella più bello si trova sempre in basso all'orizzonte? A che si deve questa umiliante posizione? Per gli antichi non poteva esserci altra spiegazione se non quella di una  lotta nel cielo dalla quale è uscito  sconfitto. Fa fede il profeta Isaia che dice: "Come mai sei caduto dal cielo, Lucifero, figlio dell'aurora? Come mai sei stato steso a terra Signore dei popoli? Eppure tu pensavi: Salirò in cielo sulle stelle di Dio ed innalzerò il trono...ma sei precipitato negli inferi ( Is.14,12-15) ".

Per quanto riguarda Mammona, che appare nel Vangelo,  esso significa "soldi" e questa volta la simbologia è azzeccatissima quanto realistica: cosa c'è di più dei soldi a dividere gli uomini, a spronarli a commettere crimini ? : "non potete seguire Dio e Mammona insieme" diceva Gesù insegnando così che l'interesse avido di accapparrarsi ricchezze è in contrasto con la predisposizione dell'anima a ritrovare il suo principio, il  regno nei cieli.  All'opposto della trasparenza espansa del cielo c'è  l'inferno di fiamme : l'immagine nasce dalla gheenna (di cui parla sempre il Vangelo), il deposito dove si incendiava la spazzatura (simbolo di una vita sprecata a raccogliere avidamente e consumare quanto è per natura corruttibile . Parafrasando: là dove è il vostro cuore siete voi, se vi interessa la spazzatura mondana non meravigliatevi della vostra sorte.)

Sulle possessioni demoniache c'è da considerare una credenza diffusa  in tutti i popoli antichi ed in quelli allo stato primitivo:  il male fisico e pischico è causato da spiriti maligni. Ritorniamo a quanto si è detto inizialmente a proposito dell'arcaico bisogno umano di personificare l'invisibile, soprattutto quando ne ignora la realtà. Il medico sciamano fin dalla notte dei tempi, probabilmente ancora mezza scimmia e mezzo uomo, si scatenava in performance magico- rituali  per liberare la persona dal suo male e dallo spirito connesso, e la forza suggestiva era tale che a livello psicosomatico garantiva almeno un po'  di sollievo al poveretto Gli studi sull'effetto placebo dimostrano quanto sia potente la suggestione, in certi casi ancor più delle virtù del farmaco . Uno stregone africano, un vescovo cristiano , uno psicoanalista ateo possono attraverso un rito esorcistico provocare effetti psicosomatici notevoli e liberatori nell'ossesso. La cosa migliore, comunque,  sarebbe agire a monte, ossia evitare che nel bambino si instillino fissazioni   giacché i cosiddetti indemoniati, in un modo o nell'altro, hanno avuto a che fare con figure genitoriali a loro volte turbate mentalmente .Chi ha vissuto una infanzia serena con istruttori che gli hanno insegnato a capire, a ragionare e quindi a distinguere nella comprensione delle cose, ad assumere un comportamento positivo ed adulto per l'ottimizzazione della relazionalità umana, non avrà, grazie a Dio, un inconscio zavorrato da fantasmi ed incubi ( anche dire al bambino di non andare qui o la perché c'è il lupo cattivo o l'uomo nero può danneggiare la sua mente:  la sua fantasia elabora più di quanto noi riusciamo ad immaginare).

Che dire infine delle messe sataniche che ad ondate cicliche riempiono le pagine di cronaca? Qui più che un chiarimento d'ordine antropologico ne occorre uno psichiatrico essendo le persone che praticano questi culti cariche di devianze psichiche oltreché affette da un'ignoranza perniciosa. La maggioranza dei riti eseguiti infatti risale a cerimonie religiose pagane con qualche divagazione di fantasia. L'aspersione del sangue di un caprone, per esempio, fa parte di rituali dell'agricoltura per assicurarsi un buon raccolto. Il numero prediletto 666 non è poi quello del "diavolo" ma dell'anticristo che compare in quel ginepraio simbolico che è l'apocalisse di Giovanni ( preannunciante la fine del mondo romano-la prostituta che va con tutti- e la vittoria dell'agnello, ossia del cristianesimo). E' un codice numerico che probabilmente significa "Nerone"  ( come in effetti risulta riportando le lettere nel loro valore  numerico ) , il nemico dei cristiani che essi avevano così criptato per segnalazioni segrete ( esattamente come nelle trasmissioni in codice durante le guerre si diceva, per esempio: "attenzione, patate sul campo, spostare le rose" lasciando a voi una facile decodificazione.) La password per i cristiani era 888.

Nell'Islam è Iblis la figura del male dominante, chiamato anche Shaitan , l'istigatore dell'uomo  nel paradiso terrestre (mentre nella versione della genesi biblica a tentare Adamo è il serpente che non è il diavolo ma l'animale più intelligente costretto poi a strisciare). Quest'angelo  originato dal fuoco non si inchinerà davanti ad una creatura nata dalla terra ( Adamo, primo profeta e simbolo dell'umanità) come gli è stato ordinato da Dio ma a lui sarà legato come tentatore , nella nuova dimora terrena, fino alla fine dei tempi,  dopodiché sarà giudicato . Il mito della caduta, forse  retaggio di un ricordo atavico di  terre feconde poi distrutte da cataclismi,  non è però connesso nell'Islam a quel concetto di peccato originale che ha avuto un forte ruolo   perfino nelle costruzioni ideologiche della filosofia occidentale. Tornando a Iblis a parer mio, è una forzatura quella di alcuni lessicologi arabi che  dalla derivazione  bls (ublisa) estraggono questo significato: "colui che non si può attendere clemenza da Dio", più pertinente nell'escatologia islamica è semmai: "dal quale non ci si può aspettare misericordia" quasi a contrasto col principio divino  dal quale tutti, ed anche Iblis, possono ottenere grazia. Forzatura è pure quella di una setta islamica che facendo leva proprio sulla divina misericordia suppone un suo pentimento ed un ritorno al  rango celestiale. Suggestiva, ma forse nulla di più, è l'associazione con l'Ibis nero, venerato dagli egizi in quanto incarnazione di Thot, dispensatore in tali spoglie di scienze occulte . Quel che importa è che la figura del male diventa strumento di Dio : tutto deriva da Lui ed è permesso da Lui. Nell'orizzonte terreno c'è lo spazio della libertà delle scelte umane, gli errori sono strumento di saggezza per un affinamento dell'anima, ogni azione ha effetti su chi la compie e lo modifica  affinché l'insegnamento di questa vita riporti l'esistente all'individuazione nel suo Principio. Che poi tale evoluzione si effettui in diverse vite od in una ( più di un terzo dei sufi crede a quel che grosso modo si intende per reincarnazione ) poco importa .Gli squilibri   determinatisi su un livello sono sempre compensati dall'insieme, che tutto è predestinato necessariamente a Dio. In questa navigazione c'è solo da imparare.

Sia nell'Ebraismo come nel Cristianesimo e nell'Islam  non esiste come non può esistere una realtà ontologica diversa da quella divina, dalla Realtà che comprende tutti gli opposti. Fuori dal Principio c'è solo illusione, ignoranza .Le religioni attraverso le loro simbologie sul bene e sul male offrono una guida terrena , una visione del mondo che se decantata ed approfondita si incrocia con la via del cuore, della consapevolezza dell'Unità. Queste immagini religiose, sia pure a volte grossolane, infantili, popolari, rivelano però verità psicologiche profonde ,si pensi all'angelo custode ed al demone (schaitan), descrivono realtà interiori vissute ogni volta che si impara a cercare, a distinguere, a riconoscere la realtà oltre i veli dell'apparenza in un cammino che dura tutta la vita.

dott. prof. Nazzareno Venturi 1994

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