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iL destino di un cucciolo di lupo é di diventare un lupo anche se allevato tra i figli degli uomini
 

Saadi di Shiraz

 

 

Sul sufismo oggi

dalle lettere e conversazioni al caravanserraglio (1998-2013)

 

 

 

Domanda: Ho letto l'articolo in studi sulla ricerca e il ricercatore. Non può questo articolo dare adito al discorso dell'autoiniziazione o dell'incensarsi maestri senza alcuna autorizzazione? Sono ben lontano dai dottrinalismi tradizionalistici ben sapendo che ci sono maestri regolarissimi nel sufismo ma di una squallida mediocrità se non fanatici veri e propri (...) ma il fai da te non migliora certo le cose. Questa è la mia opinione,

Risposta. Scriva all'autore. Comunque per quel che ci riguarda mi permetto di dirle che lei ha frainteso. Nel sufismo l'investitura a maestro fatta da un altro maestro autorizzato a dare le successioni, non significa automatica accettazione del ruolo. Quando questo ricercatore vorrà, se lo riterrà opportuno, inizierà nei modi  suoi propri un  lavoro in tal senso. Insomma dietro e accanto c'è sempre qualcuno. Semmai nell'articolo si evidenzia l'indifferenza nei confronti della vanità di essere chiamato scheikh o maestro. Tutto sommato recite per bambini sia nei quadri convenzionali e a maggior ragione nelle caricature fai da te.

 

 

 

Domanda) Sono un medico di (...) ho sempre letto con interesse le opere di Gabriele Mandel, e di recente il numero della rivista "sufismo" a lui dedicato. Vengo subito alla domanda: nel sufismo presentato dal prof. Mandel, in cui sono spiegate le pratiche e l'organizzazione, l'aspetto storico degli ordini e delle figure di rilievo,   rimane un lato misterioso che è sigillato in una frase  "i sufi fanno quello che fanno tutti gli altri ma possono fare quello che gli altri non possono fare". Aldilà del significato tout-court della frase è possibile trovare in essa lo spazio per una ulteriore ricerca?

Risposta) Rispondo con un esempio. In Italia le operazioni al cuore venivano  fatte fino a poco tempo fa lavorando col bisturi direttamente sull'organo. In Inghilterra, specificatamente in un ospedale specializzato di Londra, si inserisce una sottile sonda nel cuore ed il chirurgo, davanti allo schermo di un computer, manovra la sonda stessa. L'invasività dell'intervento è minima rispetto all'altra. Questo non significa che il suo collega inglese non sappia fare un'operazione col vecchio sistema, ma poichè ha avuto una preparazione specifica idonea e una struttura tecnica più avanzata a disposizione, userà il sistema più evoluto. Viceversa il chirurgo italiano, vuoi per mancanza di preparazione vuoi di strutture, doveva continuare coi sistemi rudimentali. Analogicamente il sufi ha imparato sistemi più evoluti per interagire con la realtà...

 

 

 

Domanda) (...) per entrare nel merito della questione, almeno così è successo a me, tra le presentazioni del sufismo fatte da Idris Shah, da Gabriele Mandel o da J.Chevalier consigliati nel vostro portale e i gruppi sufi in circolazione c'è una bella differenza! Quando non si fanno pagare o sono rigidi dottrinalisti o roba dozzinale da new age o ancora musulmani che dicono le stesso cose degli altri in modo un pò più ricercato. Tanto vale rimanere tra i cristiani se si cerca un gruppo valido che credo ci sia anche tra essi.

Risposta) (...) a parte il fatto che non si tratta di una scelta aut aut, sufi o cristiani. Effettivamente ci sono ottimi gruppi cristiani, per esempio quelli intorno a "libera" di don Ciotti: la ricerca di giustizia ( come della bellezza e della verità) nobilita l'essere umano e lo porta a livelli più elevati nei quali potrà incrociare anche quel sufismo che lei cerca, spesso nascosto, che lei non ha trovato. Tutta esperienza. Consideri comunque che ci vogliono anche queste reti fasulle o degenerate del sufismo per filtrare quelli che sono veramente assetati di verità. Se i sufi sono designati come "cercatori" una ragione ci sarà pure, non crede? E' proprio la capacità di cogliere la sostanza non solo di una religione ma di qualsiasi idea ed esperienza oltre la forma (che intrappola i più) che distingue il ricercatore vero da chi invece ha bisogno psicologico  di un gruppo o di un maestro/padre, di un senso di identità attraverso credenze dottrinali, costumi e ritualità. Questi ultimi troveranno facilmente ciò che cercano e che il mondo offre a piene mani.

 

 

 

Domanda) Nel vostro sito emerge l'azione dei sufi e della massoneria in senso civico e nel bene comune e nel rispetto della natura, nella realtà da una parte ci sono sufi fanatici e dall'altra gente che si interessa solo ai propri affari. Non c'è il rischio di idealizzare le cose perdendo di vista la realtà? Capisco la mancanza di tatto della domanda ma pur stimando quello che voi affermate la contraddizione mi sembra troppo forte.

Risposta) Se lei sente che ci sono preti pedofili ne consegue che la chiesa è una organizzazione pedofila? Se ci sono politici corrotti ne consegue che lo stato è un paravento di organizzazioni criminali? E avanti così dicendo, se non si pone per principio che quella struttura sociale ha certe funzioni e regole tanto vale che non esista neppure. Se ci sono eccezioni, poche o tante che siano, esse sono in riferimento a quel che la struttura deve essere. E' vero, ci sono persone e gruppi sufi pur collegati a tariqa storiche e accettate in cui il fanatismo alligna, ci sono pure logge che non rispettano i principi della massoneria stessa: se un fratello delinque, o anche un maestro, gli altri devono emarginarlo. Ogni individuo sia nel sufismo come nella massoneria è libero e responsabile, non una pedina a cieco servizio della fratellanza. Ma scherziamo? Non parliamo mica di mafie! La finalità è mistica ed evolutiva per il proprio bene e quello di tutti, ed ogni adepto è provato affinchè il suo egoismo e le sue ambizioni non prevarichino sugli interessi di tutti, oltre i lavori di loggia, in onestà e libertà di pensiero, se no libero di andarsene. Questo vale anche per la chiesa, una comunità di santi e di peccatori che vogliono redimersi, guai se coltivasse la negatività al suo interno (gli evangelici lupi)! Sono gli "uomini di buona volontà" che contano, il resto (religioni e organizzazioni) sono solo strade e campi in cui operare.

 

 

 

D) Volevo avvisarla che ho scritto a (...) e immediatamente mi hanno accettato. Da quando lo scheikh Mandel mi ha indirizzato a voi sono invece passati anni e non sono riuscito a partecipare ad un incontro (...)

R) Bene, bravo, complimenti! E' quanto fa per lei.

 

 

 

D) (...) Mi sembra che la maggior parte dei siti sul sufismo e sull'esoterismo in generale siano di destra mentre la sinistra ha siti religiosi più di dialogo culturale e filosofico. Voi come vi collocate?

R) Il profeta diceva:  Rimani lontano da tutti i partiti, dovessi per questo accontentarti delle radici delle piante come cibo sino al momento della morte (Bukhari XCII,33). Mi permetta, ma chi valuta la ricerca in campo spirituale in un'ottica ideologica di destra o di sinistra non ha capito nulla della stessa. Antagonismo da Genoa e Sampdoria e tifoserie varie non hanno senso in chi ha sete del divino ed è schifato dalla rogna di questo mondo di cui la politica fa parte. Certo anche un mistico è nel mondo per cui valuta e giudica poi si tapperà il naso, come purtroppo non si può fare a meno in questo paese, ed andrà a votare, ma non è distratto dalle beghe mondane, altri interessi sul piano sociale, scientifico e spirituale lo animano.

 

 

 

D) Nella trasmissione di Saviano (finalmente cercare la realtà invece di nasconderla!) si è parlato dei riti della mafia. Possono essere considerati controiniziatici ?

R) Il termine controiniziazione è usato dai teosofi in un modello fantasioso e mitologico in cui il bene ed il male si combattono alla fine dei tempi. Certamente c'è una inversione di rotta, da una parte il senso della ricerca libera della verità, del sapere, del divino, l'amore ed il rispetto per gli essere viventi, della giustizia oltre ogni interesse di parte, dall'altra l'obbedienza cieca alle regole, l'asservimento alla gerarchia ed agli interessi del gruppo, impedimento alla libertà critica e di etica. A prescindere dalle grossolane sceneggiature che imitano i rituali sacri,  non si vede come possa nascere qualcosa di buono dove gli adepti non sono  liberi ed autonomi nel cercare e nell'esprimersi. L'ignoranza è satanica per cui un'organizzazione ed un singolo che obbligano altri a non sapere, a impedire la ricerca sincera di verità, è contrario allo sviluppo del singolo e dell'umanità.

 

 

 

D) Il sufismo è una filosofia o una teologia? Cosa pensa un sufi di sè, si sente un filosofo o un teologo?

Il sufismo non è una teologia nè una filosofia per quanto i sufi abbiano adoperato in modo eccelso anche questi linguaggi . Quando vanno a dormire non vengono loro in mente preoccupazioni sui  grandi sistemi metafisici ma se hanno fatto del bene e se sono stati utili, indifferentemente a se stessi o agli altri.

 

 

 

D) Ho notato che nella bibliografia sul sufismo manca, tra gli altri, Mircea Eliade il quale pur non avendo scritto specificatamente sul sufismo era un iniziato ed ha dato un grosso contributo alla diffusione di idee diverse dalla modernità (...)

R) Gli ordini sufi non sono delle aziende che reclamizzano e vendono un prodotto. In un negozio di vestiti, per esempio,  è possibile cercare un capo avente certe caratteristiche:  pagando un extra si potrà anche aggiungere e modificare secondo le proprie preferenze. Chi entra in contatto con un ordine sufi non può ordinare niente ma non dovrà pagare niente ( può contribuire al massimo, con pochi spiccioli, alle spese comunitarie: in nessun caso un ordine sufi organizzerà corsi a pagamento che finiscono con una  iniziazione ).- Diversi occidentali sono andati alla ricerca di una iniziazione, quasi sempre fasulla, hanno poi orecchiato da persone come loro qualcosa che sembrava loro esoterico ed hanno costruito teorie e ricerche con qualcosa di "speciale". Caro signore, Hafiz diceva che chi raccoglie gelsomini ha le mani che profumano di gelsomino, i pescivendoli non sono su questa strada, provi altrove.

 

 

 

D) (..) Mi risulta comunque che ci siano stati e ci siano sufi pur regolari ed ortodossi che non sono certo un esempio da prendere nella teoria e nella pratica (...)

R) Evidentemente scoprire che l'acqua si sente bagnata è un'esperienza che tutti devono passare. E' capitato a chiunque di verificare come tra i vari livelli di realtà ci siano incongruenze: quel medico, quell'insegnante, quel geometra, quell'avvocato ecc.ecc. pur avendo conseguito un diploma valido e riconosciuto in realtà è un disastro ed un incompetente nel suo mestiere. E allora: dove, con chi, quando, con quali crediti e soprattutto come si è diplomato? I pezzi di carta,  le forme in ogni campo, insomma, devono fare i conti con la realtà. 

 

 

 

D) Appurato il fatto che sono sempre più numerose le invenzioni di sufismi all'occidentale anche nei paesi islamici c'è una qualche azione a difesa di questi eccessi?

R) Dove c'è verità e barakha le cose rimangono altrimenti spariscono.

 

 

 

D) (...) se il sufi lavora per l'evoluzione umana  il fine del sufismo non è proprio l'evoluzione umana?

R) Bisognerebbe pensare alla propria evoluzione, possibile solo se si è sgombrato il terreno da pregiudizi, condizionamenti ed illusioni. Solo il lavoro di "sgombero" è assai gravoso e non ci sono scorciatoie, quando lo "specchio" sarà pulito si potrà anche percepire le cose come sono e non come sembrano. Poi è chiaro che la propria evoluzione non può che far bene a chi sta intorno , l'universalità è implicita e con essa la responsabilità del sufi dei sui atti fino a che sono in sintonia col volere di Dio ( la preghiera islamica stessa è simbolo del pensiero divino che si fa azione processo in cui il fedele si sottomette totalmente ). Il sufi, diciamo così, non se la prende comunque più di tanto dell'ignoranza che blocca l'umanità fino a metterne a rischio la sua stessa sopravvivenza, questo perchè è Dio che lo permette. Dio  è il fine del sufismo, o meglio la Realtà. Se la specie umana dovesse anche a breve termine scomparire dal pianeta per un disgraziato evento cosmico, o per una guerra atomica o ancora per un collasso ecologico o che altro che problema c'è? L'universo è così immenso che non sentirà di certo la mancanza dell'uomo terrestre. 

   

 

 

 

D) Nel finale di "Beta" dall'album "Pollution" Battiato recita:  "Dentro di me vivono la mia identica vita  dei microrganismi che non sanno di appartenere al mio corpo...  Io a quale corpo appartengo?" Attraverso quale autore e filosofia si può trovare la risposta?

R) La risposta non sta in nessun autore particolare ma nel suo buon senso interpretativo. Ma le faccio altre domande: i suoi globuli bianchi sanno di appartenere a lei? Lei è consapevole dei suoi globuli bianchi? E lo sanno i corpi dei mammiferi di essere in realtà un'organizzazione pluricellulare di trilioni di cellule? E l'io dove sta? E una formica è più consapevole di se stessa o del formicaio? Chi è più  importante per lei: se stessa o l'organismo formicaio? Buone risposte e buone scelte

   

 

 

 

D) Ho sempre apprezzato l'dealismo dei sufi, impegnati per un mondo migliore e pronti a rinunciare a tutto pur di perseguire l'ideale (...)

R) Ognuno vede quel che vuol vedere. Consideri però che l'idealista spesso è come il bambino che vuole tutto e subito, disposto a far crollare le stesse speranze e i sogni suoi e degli altri se vede tradito il suo ideale. Egli non tiene conto della realtà, non individua i mezzi tecnici per arrivare a un fine, non è disposto a sacrificare nulla quando per vincere le partite spesso bisogna perdere dei pezzi. Gli idealisti nella storia sono stati capaci di gesti orrendi pur di vedere realizzato il proprio ideale, nel miglior caso vagheggiano nel loro mondo, proiettando negli altri e nelle cose speranze ed illusioni. Questa è l'altra faccia della medaglia, poi, ovviamente, esistono ideali legittimi, ma rimangono tali nella misura data dal buon senso e dal principio di realtà. 

 

 

 

D) (...) L'Islam dovrebbe imparare dall'occidente il senso della libertà e della democrazia e non osteggiarla come hanno fatto i suoi portavoci da Rene Guenon (...)

R) L'Islam non deve imparare nessuna lezione di democrazia e di libertà dall'occidente in quanto  ciò che si compie oggi in nome del dio danaro non è certo stato insegnato nelle moschee,  gli stermini dei regimi nazifascisti  sono storia recente e andando indietro le oppressioni  del colonialismo, il massacro  degli amerindi , l'inquisizione. Semmai è proprio dal contatto con l'Islam nel medioevo che il cosiddetto occidente ha imparato il valore delle scienze, del dialogo e della cultura. I sufi in particolar modo col detto libertà, uguaglianza e fraternità diedero il modello agli illuministi , Voltaire su  tutti. Anche l'Islam crede comunque a un dialogo con un cristianesimo moderato, con modelli politici moderati .  Eppoi, l'esempio che lei porta  non è pertinente, quello è il frutto della confusione  "tradizionalista" tra islam e il suo misticismo sufi con modelli estremestici occidentali antidemocratici e a mitologemi fondamentalistici di tutt'altra parrocchia. 

 

 

 

D) Desideravo un chiarimento sul concetto di confraternita nel sufismo.

R) Troverà nella sezione islam e capire quello che cerca. In breve gli ordini sufi sono continuità storiche che risalgono ad un maestro fondatore. I sufi si riuniscono in famiglie (confraternite) : si riconoscono tra loro per l'affinità della ricerca della verità, oltre dogmi e preconcetti, di una evoluzione spirituale autentica ( non confusa con l'adattamento perfezionista ad una ideologia o credenza), si parla infatti di preesistenza di queste anime che si ritrovano nel tempo. Da questo punto di vista il legame tra i sufi è più forte di quello che lega i consanguinei di una famiglia, laddove può anche esserci  estraneità di intenti e di sentimenti.

 

 

 

D) E' da alcuni anni che mi interesso al sufismo , ma come si fa a distinguere i sufi veri da quelli falsi ? Nella chiesa cattolica gli ordini monastici sono ben definiti ma nell'Islam tutto appare confuso. Quale è la strada da seguire per trovare i giusti contatti ?

R) Porsi il problema è già fare i primi passi. Le organizzazioni sedicenti sufi ed i sedicenti sufi sono effettivamente di più rispetto alle catene secolari che fanno capo a dergha (abbazie) centrali con le loro  trasmissioni alla cui origine c'è il maestro fondatore dell'ordine. I sistemi imitativi sono spesso contraddistinti da corsi a pagamento "per diventare sufi" , oppure da una sterile ripetitività formale e rituale. Ci sono in Italia anche saltimbanchi che si fanno passare per dervisci danzanti per chi ama lo spettacolo , altri che mescolano ideologie politiche estremistiche con l'Islam ed il sufismo. Si oscilla dall'indifferenza rispetto alla religione islamica a forme fanatiche di islamizzazione. Spesso il capo si presenta vestito come un guru- santone e trova conferma ( e reddito) dalla quantità dei proseliti, può anche apparire come imam (guida) di società islamiche approfittando dell'ignoranza generale. Mitomane o affarista che sia (caratteristiche che non si escludono a vicenda) trova sempre chi lo segue. I contatti giusti bisogna prima trovarli con se stessi, cercando la verità a qualunque costo soprattutto del proprio sé, nell' avere fiducia nei propri sentimenti, nella propria intuizione . Ognuno poi finisce laddove la sua ricerca lo conduce, se è illuso   nelle illusioni, se è autentico nell'autenticità. Il marchio d.o.c. si trova solo al supermercato. Comunque sia esistono nel sufismo gli stessi parametri degli ordini cristiani: un antico padre fondatore, un ordine storico verificabile, una abbazia centrale, un rigoroso rispetto verso le norme etiche universali di tolleranza, onestà, fratellanza, responsabilità- libertà. Ora a lei una domanda: se cercasse uno psicoanalista andrebbe dal primo che si dichiara tale? Quali passi di verifica farebbe? Ed anche se lei avesse constatato che è iscritto all'ordine degli psicologi o dei medici, che fa parte di associazioni con autorizzazione ministeriale, che ha un buon curriculum, che è ( dall'esperienza di altri ) un valido psicoanalista , non è detto che sia quel che fa per lei: ma forse saprebbe indirizzarla dalla persona giusta.

 

 

 

D) Contrariamente alle mie aspettative, sul vostro sito http://www.puntosufi.it/ non ho trovato alcun riferimento a G.I. Gurdjieff.  Mi piacerebbe sapere qual è la posizione della vostra Confraternita in merito a Gurdjieff ed al suo insegnamento nonché ai testi scritti da lui stesso e dai suoi allievi diretti più noti (Ouspensky in particolare).

R) Poiché non esiste un punto di vista ufficiale della confraternita su questo o quell'autore (ognuno di noi ha le sue idee) bisogna rivolgere la domanda al khalyfa che rappresenta "il filo conduttore". Comunque in linea di massima consideri questo: quanto è adatto al tempo ed al luogo ha un valore. Il sufismo inoltre è una realtà viva ed operante, storica nelle sue secolari trasmissioni. Perché fermarsi sui suoi passaggi di seconda mano e sulle alterazioni? Perchè fidarsi di persone che non sono in grado di dare riferimenti certi e verificabili della propria appartenenza al sufismo storico, nè sanno specificare dove deriva il materiale su cui si lavora e quando lo dichiarano errano?    Poi ognuno è libero di credere che questo o quell'autore o movimento sia depositario della verità sufi (e c'è in occidente materiale per tutti i gusti) , ma non è questo il sufismo.

 

 

 

D) (...) benché sia certa del fatto che l'essenza delle religioni è UNA, gradirei avere informazioni su movimenti sufi cristiani. Potete aiutarmi?

R) Benché il sufismo sia universale "in quanto l'essenza delle religioni è UNA" la sua base terrestre è l'Islam. Non esistono movimenti sufi cristiani in quanto le confraternite sufi sono come gli ordini storici cristiani (francescani, domenicani...) che non sono "fuori" dalla Chiesa, così i sufi non sono fuori dell'Islam. Come non hanno valore improvvisati ordini cristiani così anche quelli sufi nati in occidente, cristiani o con altra etichetta. Gesù, comunque è un polo di riferimento per i sufi come Maometto (sia lodato il loro nome). Se il sufismo è imprescindibile dall'Islam è altrettanto ineludibile il suo carattere universalista  : da secoli nelle tekke sufi  hanno partecipato come "compagni" anche cristiani, ebrei ed altri di qualsiasi credo ed etnia.

 

 

 

D) (...) Quel che è successo nella Massoneria, ossia il proliferare di logge estranee ( in realtà associazioni mafiose denunciate dagli stessi ordini principali massonici prima che dalle indagini della procura) o deviate ( a fini di potere politico ed economico come la p2) non sta succedendo nel Sufismo? (...)

R) Purtroppo non è solo una questione, quella che lei pone, limitata geograficamente e nel tempo. Ogni organizzazione religiosa o iniziatica , per quanto nobile e elevata nell'ispirazione, ha subito nella storia frammentazioni o distorsioni che ne hanno alterato e confuso il senso originario. Non solo i rami ma lo stesso tronco principale ne è stato affetto: dal messaggio di amore e distacco dal potere mondano di Gesù è nata l'inquisizione, l'opposto del vangelo nel vertice di chi lo rappresentava. Il sufismo, soprattutto in Africa, lamenta diverse degenerazioni di tipo magico ( in India ed in Iraq  è talvolta ridotto a fachirismo o covo di fanatici politici e religiosi) e alcuni ordini si sono sclerotizzati nelle forme esteriori (ritualistica e blasoni) o persi, simulacri ripresi da occidentali che possono così far vanto di presunte origini storiche. Insomma lo stesso bianco e nero che si ritrova ovunque, ed in mezzo bisogna viverci cercando di essere dalla parte giusta studiando, informandosi oltre lo spirito fazioso, riflettendo, giorno dopo giorno oltre le propagande dei poteri ufficiali di turno, politici e religiosi. Che bello sarebbe trovare senza sforzo un luogo dove ogni ben di Dio sta sempre sulla tavola. Ma solo i bambini sognano così.

 

 

 

D) Ho trovato spesso differenze sul concetto di tradizione tra i vari autori che parlano di esoterismo come Schuon, Guenon, Evola, Zolla, Omar Shah e pure in questo sito...

R) Prima di tutto bisogna cercare il significato etimologico della parola sul vocabolario. Dal  Palazzi del 1939 leggiamo :" s.f.(dal latino traditio) T.giur.consegna: la tradizione della merce, del podere||com: trasmissione orale, da generazione a generazione, di antiche memorie, del racconto di avvenimenti e sim.: per una tradizione antichissima giunta sino a noi||abitudine,costume e sim.trasmessi da generazione a generazione: bisogna rispettare le vecchie tradizioni di famiglia||V.A.tradimento||N. ricordanza, memoria, usanza, esempio. costumanza, costume, consuetudine |ciclo, leggenda, saga|curare, rispettare, continuare, rompere." fin qui il vocabolario. Poi ci sono stati autori che hanno ripreso una filosofia nata in occidente nell'ottocento negli ambienti teosofici ed occultistici in cui si cercava una visione globale e assolutistica della realtà ispirata appunto all'idea di tradizione. Questa visione è stata seguita spesso da facinorosi estremisti bisognosi di credenze intransigenti e genitorializzate per cui combattere. Tenga presente che il "tramandato" può portare cose giuste e sbagliate, non è sacro di per sè nè tantomeno è intoccabile, sta all'intelligenza filtrarlo. Tra gli autori che ha citato l'unico  che non si ispira a quel deviato concetto   occidentale e moderno di tradizione è Omar Shah.

 

 

 

D) Perché nel capitolo sull'islam e sui sufi non vi riportate agli insegnamenti dei maestri sufi in occidente Guénon e Gurdjeff? (...uno teorico l'altro pratico...)

R) Guénon e Gurdjeff non erano maestri sufi. Riportiamo due  commenti su Gurjeff  di Omar Shah in " La tradizione sufi in occidente" ( pubblicato da Psiche pag. 225-232 ): "in Afghanistan abbiamo un detto: un medico a metà é una minaccia per la vita ,ma un imam a metà (o qualunque insegnante religioso) é una minaccia per la tua anima. Se provate a praticare e analizzare alcune delle tecniche e delle tattiche usate da Gurdjeff, vedrete che sono state imparate solo a metà" e ancora "la quantità di confusione causata e che si sta ancora causando dall'organizzazione Gurdjeff, è misurabile in termini di umana sofferenza e dolore." A Konia vicino al mausoleo di Rumi c'è una fontana  la cui fonte, scendendo  si divide in due, quattro, otto vaschette a significare la continuità dell'insegnamento. Ricorstruire una di queste vaschette fuori dall'ambiente ed utilizzare dell'altra acqua non equivale a portare un insegnamento ma a simularlo vuoi intellettualmente vuoi praticamente.

 

 

 

D) In riferimento alla   discussione sul sufismo e la tradizione trovo inutile sollevare un problema risolto. Non importa individuare se il più grande pataccaro di questo secolo sia Rene Guenon o Gurdjeff giacchè tutto questo secolo e quello precedente hanno visto un fiorire di figure nella filosofia idealistica e nella psicologia del profondo che volevano incarnare la verità di una dottrina.

R) Le faccio notare che la questione la riporta lei e non altri. In ogni caso i campi vanno distinti, quello teosofico tradizionalista (che si accetti o meno il termine), quello filosofico idealistico e quello della psicologia del profondo. Se l'idealismo riproponeva razionalisticamente  l'antichissimo mito del dio dormiente , il sè che si riscopre nella storia attraverso la nazione o il genio, la psicologia del profondo , abbinandosi all'antropologia ed all'etnologia, voleva e  vuole solo ricercare il modo in cui questi miti agiscono nella psiche umana  senza la pretesa di incarnare dottrine di qualsiasi tipo se no nulla avrebbe di scientifico.

 

 

 

D) Nel  libro "filosofia della massoneria" di De Bernardo l'autore evidenzia  come l'idea di tradizione nasca nell'ambiente occultistico degli ultimi due secoli mettendo insieme miti antichi in un sistema filosofico che pretende di rappresentare la verità in assoluto. Come i grandi maghi rinascimentali  anche  quelli moderni metafisici vogliono arrivare all'età dell'oro dei magici poteri o delle conoscenze perfette. Idee che nel nazismo fiorivano. Autori come Guénon, Schuon, Burckardt per citare i più conosciuti hanno collegato questa idea di tradizione al sufismo da loro stessi praticato. Se è' un'anomalia come si spiega?

R) Molte persone educate nel contesto  europeo credono di aver bisogno di una guida più teorica che pratica, più di pensiero che di esperienza. Non vogliono mettersi in gioco ma trovare un "sistema" che permetta loro di leggere la realtà. Il pensiero di un'autore di libri sostituisce il coinvolgimento diretto con un maestro. Se poi questo autore è convinto che le proprie idee siano verità matematiche e le presenta come tali (in nome della tradizione, del sufismo o altro) può anche inorgoglire il lettore : se io ho capito queste verità appartengo alla élite. Fatto proprio un modello di pensiero si giudica in base a questo piuttosto che all'esperienza e alla verifica, ogni risposta sta già nel modello genitorializzato a cui bisogna credere ed obbedire e combattere per esso . In altri termini la realtà si sostituisce con una sua rappresentazione ritenuta indiscutibile. Ogni valore critico, dialogico e di ricerca raccomandato dal Corano sarà invece considerato nemico essendo ritenuto un prodotto del condannato mondo moderno che tutto travisa. 

 

 

 

D) (...) Eppure mi è stato detto da (...) che è un maestro sufi che bisogna riferirsi all'autore Renè Guenon per un approccio sicuro al sufismo e al mondo della Tradizione, contrariamente a (...) che è considerato da  facente parte della controiniziazione per il valore dato alla psicoanalisi (...)

R) (...) non è un maestro sufi ed è documentabile (ho conosciuto Tizio che era l'amico di Caio che ha iniziato Sempronio cosa significa?) viceversa (...) lo è  in quanto si può accertarne il mandato . Faccia esattamente come se volesse verificare se uno è un finto frate o meno: il sufismo è un ordine secolare con tanto di abbazie  madri (dergha), altrettanto secolari  , non una new age dove tutti possono inventarsi qualcosa. Nel clima di new age (dove sono stati  ripescati simulacri di ordini sufi, solo blasoni per ingenui turisti) si iscrive anche il concetto di tradizione che viene dall'alto (il sistema metafisico)  e che darebbe il diritto di pontificare "in verità in verità vi dico": esso nasce nel mondo teosofico ed occultistico ottocentesco con tanto di un re occulto che dominerebbe tutta un'era dal suo regno al centro della terra (a ispirarsi a questa idea di sacra tradizione anche il nazismo che ha organizzato diverse ricerche per trovare la terra primordiale). Questi miti all'interno di una dottrina dogmatica ed esclusiva (chi la capisce e ci crede è l'eletto gli altri sono spazzatura, o in non o.k. i diavoli che non la condividono) costituiscono l'edificio del mondo della Tradizione. Meglio, a mio parere, rifarsi ai testi sufi antichi dove (si pensi a Rumi ) ogni storia ha un valore psicoterapeutico straordinario e non vuole irrigimentare nessuno in una ideologia che pretende di essere unica e necessaria. E solo Dio (l'Inconoscibile : sura 112) sa davvero ciò che è Bene.

 

 

 

D) (...) purtroppo sia nel sufismo sia nella massoneria ci sono logge che si ispirano a figure fondamentaliste che al posto della ricerca della verità impongono già una verità in nome delle credenze religiose o metafisiche a cui tutti devono conformarsi. E' insomma un vero e proprio plagio della personalità che si compie in queste organizzazioni. I danni psichici che arrecano difficilmente sono reversibili in quanto il soggetto crede di far parte di una elite che ha in mano la verità ed il potere (...) quasi una mafia (...).

R) Forse è solo una bella ingenuità credere che ci siano istituzioni che rappresentino completamente un ideale. Forse questa inesperienza si contrappone a chi ormai  scetticamente vede la corruzione in tutto. Forse la verità sta nel mezzo. Certo è che le istituzioni saranno sempre inadeguate ad un modello perfetto in quanto sono fatte da uomini limitati. Che bello sarebbe se ci fosse una giustizia composta da giudici infallibili, una scuola con insegnanti preparatissimi ed eccellenti educatori, politici tutti onesti e intelligenti, psichiatri dall'equilibrio impeccabile eccetera. Anzi ovunque ci sono anomalie e contraddizioni via via da risolvere senza la pretesa di riuscirci una volta per tutte, che è impossibile data la natura umana stessa . Questo vale anche per le religioni e per le forme organizzative iniziatiche pur storiche e regolari. Ci sono antichi testi sufi che trattano  come nella realtà, anche di una "buona"  confraternita, ci siano casi di follie, invidie, fanatismi, paranoie di potere.  Sono tutti insegnamenti vivi e diretti. Per entrare nello specifico stralcio questo brano dall'ottimo studio di Lo Coco e Lo Verso sul pensiero mafioso (nel sito di psichiatria forense "pol.it") << In questa cultura psichica, come in tutti i sistemi fondamentalisti (Lo Verso, 1998, cit.) regnano dicotomie totalizzanti di pensiero, con il mondo degli affetti scisso in maniera punitiva. Ci riferiamo qui con l’espressione fondamentalismo a tutti quei processi di costruzione dell’identità personale in cui l’Io individuale è pienamente coincidente con il Noi sovrapersonale e transpersonale. Il soggetto non può essere diverso, altro, dal mondo che lo ha concepito psichicamente (Napolitani, 1987). Nei sistemi fondamentalisti l’identità psichica può essere legata a strutture sovrapersonali: la nazione, la chiesa, il partito, e/o essere all’interno di una omologazione che non consente pensiero (ad es. l’attuale omogeneizzazione televisiva). Fenomeni come le guerre a sfondo religioso, i nazionalismi, il razzismo, le inquisizioni, si fondano psicologicamente anche su questo.>> Il fondamentalismo, insomma, è un fatto sociale, una devianza che può emergere dovunque, comprese le organizzazioni  sviluppatesi  per la libertà dello spirito.

 

 

 

D) Ho letto un articolo su internet che dice di spiegare con chiarezza l'Islam dove si dice che l'esperienza del vino per i sufi è fondamentale. E' vero?

R) No. E' uno svarione classico in occidente, anche se sempre meno frequente. Nasce dalla interpretazione letterale del simbolo vino=ebbrezza utilizzato dai poeti  sufi. I sufi essendo musulmani non bevono alcolici né si cibano di carne di porco. Che poi ci siano   imitatori sufi o gruppi dissociati che fanno uso di droghe per arrivare a stati di trance ciò non riguarda il sufismo.

 

 

 

D) Frequentando i sufi ho capito che solo attraverso il libero pensiero è possibile cogliere le verità ed i valori che costituiscono il nocciolo delle religioni. Ho capito l'attenzione che si deve dare a se stessi affinché il pensiero non sia contaminato da pregiudizi e devianze ed allora, liberamente, più si evolve più si coglie l'identità coi mistici di qualsiasi estrazione civile e religiosa a conferma che la verità è una e che non sono i dottrinari, i burocrati ed i carcerieri delle ideologie, ma le menti ed i cuori liberi ad intenderla . Possiamo dunque considerare i sufi promotori del libero pensiero?

R) Intanto non si può fare catechismo con rispostine di maniera. L'antico motto dell'illuminismo sufi "libertà, uguaglianza, fraternità" non deve trarre in inganno. Sono concetti da tradursi in vita assai preziosi che  hanno perso il loro significato come una cosa scontata ma di cui non si ha consapevolezza. Il pensiero difficilmente è libero frutto come è di condizionamenti ambientali e soggettivi per cui la sbandierata libertà di pensiero riguarda più un sentimento che un  adulto  rapportarsi con la realtà . Diversi esperimenti psicologici riproducibili hanno dimostrato che meno del 10%  dei soggetti danno risposte autonome ed adeguate alle circostanze, il resto è intrappolato dai condizionamenti, automatismi e dai pregiudizi.  Essere  padroni del tutto del proprio stato (al Allaje), quindi liberi interiormente è il risultato, mai definitivo, che si guadagna solo con uno sforzo a cui molti rinunciano volentieri, il risultato sta nelle parole di Gesù: la (ricerca della) verità vi farà liberi. Ma più facile è farsi portare.

 

 

 

D) Il movimento sufi di Hinayat Khan è libero dall'Islam. Se il sufismo gode di questa realizzazione di libertà anche questo movimento è legittimo.

R) Un fiore coltivato con cura in un giardino non è quello che nasce nella natura selvaggia pur essendo pregevole. Il giardino, la terra del sufismo è l'Islam. Fuori dall'islam ci può  essere misticismo ma non misticismo sufi.

D- continua ) Quindi il Sufismo è un frutto dell'Islam?

R) Il sufismo nasce con l'uomo, con le sue esigenze spirituali ed evolutive, e specificamente nello sciamanesimo. "Noi bevemmo vino prima che la vigna fosse piantata" quando per vigna molti sufi intendono l'Islam. Ed è nell'Islam che si è organizzato storicamente, adattandosi ai tempi e agli spazi, poiché in esso ha trovato la terrestrità , la base capace di appoggiare l'universalità, l'evoluzione che caratterizza lo spirito del sufismo. Il profeta è egli stesso il modello del sufi perfetto. Peraltro il sufismo annovera tra i maestri figure fuori dell'Islam come Plotino appunto perchè, come dice il Corano, ogni terra ha avuto il suo messaggero. L'amore per la scienza, per l'arte, per la cultura che nutre il sufi non ha confini ed è lo stesso Corano che incita a cercare il sapere fino in Cina, ossia oltre tutti i confini.

 

 

 

D) Come si spiega oggi che ci siano musulmani che criticano il sufismo e quali gruppi lo hanno avversato ?

R) L'aspetto mistico dell'Islam è il sufismo, ed il misticismo in tutte le religioni è stato a volte avversato da chi ha usato la religione  politicamente e buracraticamente o da chi non ha saputo andare aldilà del fideismo. Mentre nel Cristianesimo i fondatori mistici degli ordini  come Francesco sono stati accettati dal vertice della struttura quelli del'Islam dalla base, dal consenso della comunità musulmana (la umma) . Movimenti o gruppi dissidenti come ci sono nel cristianesimo  ci sono anche nell'Islam: fondamentalisti e modernisti. I primi hanno preso anche il controllo di uno stato come l'Arabia Saudita, sono i Wahbiti, paragonabili ai Testimoni di Geova. Grazie alla ricchezza petrolifera della penisola arabica molti fondi sono destinati alla propaganda delle idee e delle interpretazioni dell'Islam di questo movimento. Il suo fondatore, Ibn'Abd al Wahab (1703-1792) dichiarava eteredossi tutti coloro che non erano suoi discepoli,  musulmani in genere,sufi o non sufi, fino al punto di considerare lecito ucciderli e confiscare i loro beni come successe nella conquista saudita dello Hijaz. Tale accanimento oggi si è pacato e i wahbiti, salvo le frange fanatiche, non considerano più i musulmani non wahbiti, ripeto sufi o non sufi, come nemici. I modernisti fanno capo al movimento salafita (una sorta di protestantesimo) che ha accusato i sufi di essere imprigionati in pratiche superstiziose (da medioevo diremmo qui) evidentemente dimenticando che tutti i migliori scienziati , artisti e filosofi dell'Islam erano sufi (e  "sono" sufi) e inquadrando il sufismo negli aspetti degenerati e popolari, presenti soprattutto in Africa, criticati dagli stessi sufi. La propaganda fondamentalista e modernista non ha comunque , in genere, minato il consenso verso il sufismo sia a livello popolare sia della intelligenza islamica. In ogni caso il sufismo,  in modo palese od in modo nascosto, segue la sua strada realizzativa indipendentemente da come va il mondo.

 

 

 

D) Vorrei sapere qualcosa sulla gerarchia sufi

R) Premesso che è necessario staccarsi dalla mentalità infantile del club di topolino: si ricorda? Lo stemmino di qui quo qua era del socio, di paperino con una stella di ispettore,di paperone ispettore generale con due,e via via con topolino consigliere, fino a governatore. La carriera si sviluppava attraverso la quantità di bollini ritagliati nei fumetti. Premesso che bisogna staccarsi dal senso di gerarchia dei branchi di gorilla basata sul senso del potere e del predominio e delle loro sublimazioni militari umane si può considerare che laddove esiste un gruppo umano, una società esistono pure ruoli che sono convenzionali ed effettivi in base alle varie abilità ed attitudini, almeno così dovrebbe essere per il buon mantenimento degli interessi collettivi. Questo vale ovunque. Il sufismo storico, essendo grosso modo equiparabile agli ordini cristiani (francescani, domenicani...), seppur non ascetico, ha le sue regole ed una struttura. C'è un padre generale nell'abbazia centrale e dei vicari o khalyfa nelle varie regioni del mondo. Esistono poi rappresentanti che compiono diverse funzioni e comunque tutti agiscono all'interno della società come professionisti (nelle università, negli ospedali,nelle arti e nei mestieri ed ovunque). Maestri e allievi appartenenti all'ordine,quindi gli iniziati, (in un certo senso essendo l'evoluzione illimitata tutti siamo allievi e solo Uno è il Maestro ) costituiscono la fratellanza del sufismo storico , il quale, secondo le epoche e le confraternite differenzia termini ed i segni distintivi ( casacche , pelli...). Per saperne di più veda "termini sufi" in Islam.

D) Ho sentito spesso parlare nel sufismo e nella massoneria di prove iniziatiche. Esattamente cosa sono?

 

 

 

R) Lei conoscerà dall'antropologia le prove a cui si sottoponevano i fanciulli per dimostrare a se stessi e al clan di essere adulti. Un classico: essi dovevano dar prova di affrontare da soli la vita nei boschi, procurandosi cibo e superando le ostilità dell'ambiente. Ma la vita di ciascuno di noi è già costellata di prove iniziatiche, la differenza è che un ricercatore le vive in modo consapevole, gli altri no. La perdita  di beni materiali ed affettivi, della salute, del consenso sociale richiedono per essere superati un risveglio di fede (nella vita, in se stessi, nella forza operante del divino) e di intelligenza. Uscir fuori dal dolore  paralizzante (questo è l'effetto della paura) significa recuperare energie e consapevolezze prima neppure immaginate. Così si evolve.

D) Secondo il mio modesto punto di vista, non per offendervi, sufi e asceti in generale vivono fuori dal mondo, invece credo che Dio voglia che l'uomo combatta per la giustizia e contro il male invece che di scappare incapaci di servire a nulla  (...)

R) Il sufismo non è ascetismo nè isolamento. Il sufi è nel mondo ma non con il mondo: questo significa che è una presenza attiva nella società, forse indispensabile tanto che ci sarebbe da chiedersi se la sua assenza ( o meglio della assenza della Via aldilà di una religione specifica) coincida con la fine dell'umanità stessa. E in ciò non v'è nulla di esoterico o magico: finirebbe l'impulso evolutivo col crollo conseguente del civismo, delle arti, della fede (non della sua burocratizzazione che è la religione), il processo autodistruttivo scatterebbe immediatamente. Le più grandi personalità dell'Islam che hanno operato per il bene, per la pace, per la giustizia, per la scienza e per le arti erano sufi, sappia almeno questo prima di parlare senza conoscenza.

 

 

 

Domanda) "...mi ero informato sui "seminari" di questo sedicente\ maestro naqschbandy, per poi venire a sapere che voleva 200 e rotti euro per un incontro di due giorni"! questo basta a chiudere il discorso e a farmi anche risparmiare i soldi del libro. E' molto triste che in giro sia pieno di questa gentaglia e che così tanti li seguano, ma così va il mondo..."

Risposta) Una delle regole per capire se ci si trova di fronte a sceicchi o ordini fasulli è quella di controllare se chiedono dei soldi e se vivono del loro mestiere. Se c'è richiesta di beni in qualsiasi modo e se i presunti sceicchi non lavorano (in genere i sufi sono medici, psicologi e psichiatri, professori universitari, artisti)  non è sufismo. "Nessuna ricompensa in fatto di religione" sentenzia il Corano. E allora si dirà: come mai hanno così successo ed estensione? Bene, per noi è uno specchio per le allodole, serve per separare le persone inadatte e che non cercano oltre le apparenze (almeno il 70/80% dei cosiddetti movimenti ed ordini sufi anche citati solennemente su wikipedia sono imitazioni o deviazioni: bastano 4 rimbambiti a fare e sostenere una voce impedendo a persone serie di rettificare le sciocchezze che mettono. Tutto quello che è scomodo per i gruppi di facinorosi che sostengono quell'autore e quel movimento viene eliminato anche se documentato, mentre le baggianate sono riproposte, viceversa figure e voci serie hanno subito opera di sciaccallaggio inserendo malignità.)

 

 

 

D) Quale certezza offre il sufismo?

R) Che solo Dio conosce la verità di se stesso (esperienza mistica di cui alAllaje ha lasciato testimonianza) , che l'uomo pur essendo limitato dal suo essere corporeo gode di possibilità praticamente illimitate, ed in questo limite e in queste possibilità c'è la sua bellezza e la sua evoluzione, che tutto è qui, che ogni cosa verrà a suo tempo...e altre risposte del genere, per quanto siano del sufismo non sono il sufismo. Il sufismo è il sufismo.

D) (...) E allora mi domando: perchè i sufi sembrano nascondersi o giocare sulle apparenze? Perchè ancora sembra che non rispondano e non siano disponibili alle richieste dei postulanti?

 

 

 

R) Complimenti leccati ed insulti nevrotici, minacce e rassicurazioni sono roba che non interessa ai sufi e neppure le discussioni. Nessun sufi le chiederà chi è, cosa fa e cosa ha fatto e cosa farà perchè non è interessato ai fatti esterni.  Preferisce spesso evitare importanze, titoli ,accademismi e codazzi, potrebbe giochersene o servirsene secondo la situazione. Poichè è consapevole dei suoi limiti accetta e medita ogni insegnamento ed evita di imporre condizioni, così come un buon allievo nei confronti del professore o di un paziente nei confronti del medico. Non sono dunque i sufi a non essere disponibili ma chi li contatta . Se questi ultimi non sono disponibili egli non potrà fare nulla poichè la loro libertà è sacra. Questa è la chiarezza che è richiesta non quella che un postulante ritiene che sia. Se non si capisce questo è meglio non perdere tempo coi sufi.

 

 

 

Domanda) Vorrei domandare  a voi della confraternita sufi , cosa si intende esattamente con i termini COMPASSIONE e FEDE?

Risposta) Per fede i sufi intendevano ed intendono il valore che oggi si dà al termine in psicologia (trattato ampiamente da A.Lowen e da G.Mandel) ossia una pulsione terziaria precipua dell'essere umano, non certo la credenza burocratizzata delle diverse religioni. Basta leggere J.Rumi , Khayam e Ibn Arabi (solo per citarne qualcuno)  per rendersene conto. La seconda domanda si può prestare a interpretazioni personali. In ogni caso Misericordia e Compassione  (non come pietà) sono due termini intercambiabili all'inizio delle sure da molti traduttori, col significato di abbracciare amorevolmente l'esistente.

 

 

 

D) (...) voglio precisare che sono agnostico, ma vorrei sapere se dal punto di vista sufi la religione islamica rappresenta un fatto unico ed assoluto e se l'islam è d'accordo col punto di vista sufi

R) Lei pone una domanda solo per sentirsi esplicitare una risposta che già presuppone. Di assoluto c'è solo Dio e la religione islamica, come qualsiasi religione, ha avuto una nascita, uno sviluppo ed avrà una fine. Il Corano in più punti sottolinea come le religioni siano adattamenti ai luoghi ed ai tempi della stessa esigenza metafisica umana, o se si vuole, dell'eterno richiamo del principio. Non esiste dunque un punto di vista islamico ed uno sufi come non esiste uno cristiano ed uno francescano, la distinzione è solo qualitativa. Se i rappresentanti di una religione ritenessero di essere gli unici depositari della verità e che l'essenza del loro credo sia unica ed irripetibile  bloccherebbero il dialogo con le altre religioni ,  la loro stessa evoluzione interiore e soprattutto darebbero dei limiti a Dio che è oltre la stessa infinità.(seconda domanda)- Ma questo non significa fare di tutte le erbe un   mazzo tipo new age? Mi sembra giusto difendere la propria religione dal livellamento con le altre- Ma lei non si dichiarava agnostico? La sua è la classica reazione dell'integralista. Accettare di essere parti di un insieme laddove ogni parte ha la sua ben precisa identità, come strumenti in una orchestra, non significa confondersi. Questo vale per le religioni ed è un obbligo per il musulmano dato che egli è tenuto a seguire il Corano (che non è un testo new age ma  sigillo di tutti gli insegnamenti precedenti ). L'alternativa è la guerra, l'intolleranza, l'ignoranza e la follia di sentirsi gli unici portatori della verità in nome del proprio modo di concettualizzare Dio. Immagini una riunione di rappresentanti delle varie religioni con ognuno in testa, tipo fumetto, questo pensiero: " io ho la verità e questi poveri disgaziati non lo sanno..." oppure : "qui c'è chi crede di portare la verità e mi crede un povero disgraziato". Ma il pensiero suggerito dai fondatori delle religioni e non dalla codificazione posteriore è sempre: "c'è del bene in me e negli altri, c'è continuamente qualcosa da scoprire insieme e che ci unisce, sopratutto il sentire qualcosa che trascende le nostre religioni..."

 

 

 

D: Vorrei ringraziarvi per il Vostro sito, per il buon senso e l'equilibrio che comunica, e per il contributo che date a rasserenare e a fare chiarezza su questioni su cui oggi disinformazione e paura rischiano di prevalere (...) Come non musulmano interessato al Sufismo, Vi sarei grato se fosse possibile avere chiarimenti sull'idea e sull'esperienza di "compagno di strada" a cui il Vostro sito e il sito sufijerrahi.it dedicano alcuni cenni. Le domande che mi pongo sono: Concretamente cosa significa diventare "compagno di strada" ?Cosa e' e cosa fa il "compagno di strada" ? E' solo un "ospite" che partecipa ad alcune conferenze "culturali" sul sufismo ? O invece e' anche una persona che ha fatto una scelta molto piu' impegnativa di crescita personale ? Se e' cosi', questo percorso di crescita come differisce in essenza e nella pratica da quello del musulmano che segue il cammino sufi ? In altri termini: quando si e' non musulmani in cerca di un cammino di crescita personale che signficato puo' avere la partecipazione alle riunioni di un ordine Sufi come il Vostro in qualita' di "compagno di strada" ? Forse ad alcune di queste domande e' possibile dare un risposta via e-mail, nella consapevolezza dell'inevitabilita' che "solo chi assaggia sa".

R) Grazie per le belle parole. Come lei ha intuito solo "assaggiando" di persona si può capire, poi ognuno ha il suo metabolismo per cui la "risposta" è comunque personale. La partecipazione alle riunioni avviene previa richiesta al khalyfa che per l'italia è il prof. Gabriele Mandel (http://www.gabrielemandel.net) . Nella storia sono stati numerosi i "compagni di viaggio" che non sono stati solo ospiti e spettatori ma amici intimi e attivi collaboratori dei sufi. La mediocrità e l'eccellenza non stanno nell'esser o meno musulmani ma come musulmani , aperti all'universalismo ed alla tolleranza come vuole il Corano e una condizione di spirito evoluta, c'è l'alveo terrestre più idoneo ed integrato per seguire il cammino sufi. E' stato scavato da secoli oltre le ripetitività formali e i condizionamenti coattivi diventando storia. In questa storia  anche i compagni, in modi diversi, hanno avuto la loro funzione ed evoluzione.

 

 

 

(Domanda) (...) sono un (...) buddhista convertito all'Islam (...) la musica è considerata  Haram ( proibita dai musulmani che ho conosciuto nelle moschee-ndr). Questo mi sembra a dir poco folle (...)

( Risposta) Ma chi le ha detto simile bestialità che la musica è illecita (haram?) forse qualche wahbita (una setta fondamentalista dominante in Arabia, assai influente in quanto il petrolio la foraggia) oppure qualche fondamentalista, alla larga! Già al Ghazali (il grande dottore dell'Islam come san Tommaso per i cristiani)  aveva scritto un'opera a favore della musica evidenziando come i fanatici non avevano motivi per contrastare questo bene di Dio. (...) L'Islam è un'ottima religione nonostante i musulmani (...) Libri? Alcuni libri di Gabriele Mandel possono trovarsi anche a metà prezzo. Secondo me indispensabili per conoscere le basi sono "il corano senza segreti" e "la via al sufismo". Validi anche i testi di Idries Shah per la novellistica. Sul prossimo numero della rivista sufismo sarà ulteriormente spiegato il connubio tra monachesimo buddhista e sufismo quando le popolazioni buddhiste si sono convertite all'Islamismo. On line può scaricare gratis  l'ottimo "al Allaje mistico dell'Islam" (il sufi crocifisso dai fanatici) su http://www.puntosufi.it in novità (...)

(Prosegue scambio) Anche mia moglie sarebbe interessata (al sufismo) e a questo proposito le volevo chiedere quale è il vostro punto di vista al riguardo del velo per la donna. Mia moglie ha ancora grossi problemi a questo riguardo, specie dopo la netta imposizione sia nei modi che nei fatti da parte di tutti i musulmani che abbiamo incontrato (...)

( Prosegue scambio) Sul sito Jerrahi già è stato trattato il tema del velo. Qui sotto il rettore dell'università islamica di Parigi, il prof. M:Dalil Boubakeir così riferisce al parlamento francese. Questo le dimostra che ci sono musulmani importanti estremamente ragionevoli. http://www.puntosufi.it/temi33.htm  Del resto questi devono essere tenuti in considerazione, persone di livello che fanno testo e non il chiasso dei fanatici, e parlo di teologi e giuristi musulmani non solo di sufi.Oppure questo del prof. Mandel all'università statale di Milano http://www.puntosufi.it/TEMI15.HTM Anche in http://www.puntosufi.it nelle lettere e in capire si parla continuamente dello chador ed è tutto spiegato. Non è una questione di  opinioni, e' una questione di usanze, il Corano non ne parla, consiglia solo alle donne di far scendere quella sorta di scialle leggero unisex usati nei paesi caldi (pensi ai tuareg) sui seni tanto da coprirli in pubblico. Questa è la traduzione letterale ( di valore quella di si Boubakeur Hamza in francese e quella di Gabriele Mandel in italiano, ed.UTET 10 euro). In moschea, anche se il Corano non ne parla, si ritiene buona usanza da continuare a rispettare che la donna porti il velo, quando esce se vuole lo toglie.

(Prosegue scambio) le pubblicazioni dedicate ai nuovi convertiti sono molto pressapochiste. Basta prendere in considerazione quelle dedicate alla Salat, io ne ho almeno quattro che più che insegnarti ti mettano confusione. Questo non a mio dire certo, ma a dire degli imam ai quali ho chiesto spiegazioni. Ti viene detto che la preghiera va fatta in arabo, alcuni arrivano a dire che se fatta in italiano è nulla, e poi nessuno ti insegna a pronunciare le varie "formule" in arabo. Non è come nei sangha buddhisti dove tu ascolti e impari,qui la preghiera è silenziosa, quindi l'unica cosa che puoi fare è osservare i movimenti, ma quelli sono elementari. La traslitterazione che viene proposta è tronfia di accostamenti di lettere che per noi italiani producano un suono sconosciuto ai più. Questo per dire che se la "J" si pronuncia "G" una traslitterazione sensata riporta la lettera "G". Quindi la parola "suju" diventa "sugiu" solo per fare un piccolo esempio. Perchè tutti hanno il diritto di salvarsi non solo coloro che hanno una certa famigliarità con certi "suoni". Se il buddhismo avesse fatto quest'errore molte più delle persone convertite si sarebbero convertite ad altro. Esiste infatti quello chiamato "libretto rosso" con la traslitterazione usata per riportare termini arabi e il "libretto blu" dove le parole sono scritte come si pronunciano. Se di quello rosso se ne stampano dieci di quello blu cento, perchè la gente almeno in italia preferisce quello. Ho avuto modo di parlare con varie persone neo convertite e tutte mi hanno fatto le stesse osservazioni. Chi viene dal buddhismo è agevolato, altri lasciati a decantare come il vino.
Il mio interesse verso i sufi deriva non dalla musica, ma dal misticismo. Il mussulmano non sufi, non solo non conosce la spiritualità e il misticismo, ma per certi versi ne ha paura, quasi come fosse un'associazione ad Allah (S.W.A). Questa è la causa di tanti, troppi estremismi. Il misticismo è il ponte per arrivare ad Allah. Il Sufismo è per me la giusta casa, perchè non solo non comprendo una religione senza misticismo, ma ne ho anche paura. Poi siamo uomini, soltanto uomini, che senza la pratica della consapevolezza del respiro, della presenza mentale, della compassione o misericordia, diventiamo dei cinghiali laureati in matematica pura, ma pur sempre bestie. Nel sufismo queste pratiche stanno alla base. Ecco il mio amore per il sufismo.

(Prosegue scambio) Bene, tutto vere queste difficoltà. In Iran c'è un detto "se hai messo il dito nel nido di uno scorpione perché continui a rimetterlo"? Certo, si avrebbe piacere a trovare un ambiente umano corrispondente alla propria ricerca, magari vicino a casa. Purtroppo non è così, la via ha le sue difficoltà e queste servono proprio per conoscersi meglio. Il maestro mette alla prova ma ancor prima la vita stessa. Non a caso il 99° nome di Dio è il "paziente". Preghi come si sente, piuttosto che non capire nulla dei termini arabi meglio usare le parole della propria lingua, l'importante è l'intenzione e la comprensione e il sentimento quando c'è, se Dio vuole. Lo dice il Corano stesso che il divino si è rivelato in lingua araba solo perché dapprima diretto agli arabi, non perchè l'arabo sia "speciale". Il misticismo per natura tende all'Unità, proprio lei che è stato buddhista lo sa meglio di altri, si chiami estasi nel Nirvana, nella buddhità, satori o che dir si voglia le aree del cervello che si attivano son sempre quelle, se ci sono musulmani che considerano il misticismo come qualche associazione ad Allah è solo per ignoranza. Nel sufismo soprattutto è richiesto al viandante la pazienza e l'umiltà (...e "non ti curar di loro ma guarda e passa!" ). Quando manca il giusto bagaglio di viaggio  è facile perdersi per strada o finire nelle maglie di quelle organizzazioni pseudosufi spesso a pagamento diffuse in occidente, ma  forse, un utile filtro. La via non è facile ma nello stesso tempo è l'unica che riempie di significato la vita, così ripetono da secoli i maestri.

(Prosegue scambio) Vede tutto ciò che ho detto non è riferito a me, io non penso a me ma a tutti quelli che non hanno la fortuna che ho io di aver maturato una certa esperienza (...ho vissuto esperienze durissime nel mio apprendistato da buddista n.d.r.) Mi preoccupo per gli altri non per me mi creda.

(prosegue scambio) Insomma le sue parole confermano come la via non sia tutta rosa e fiori:  tutti noi ne abbiamo passato di storie difficili ed il bello è che l'arrivare è l'inizio di un nuovo ricercare. (...). Il sufismo non è ascetico, l'isolamento è temporaneo, il detto dei sufi  è "Nel mondo ma non del mondo". Comunque tutto è esperienza anche per dire "ma chi me la fatto fare!", forse per provare noi stessi, ma le "prove" non avvengono nel modo in cui noi vorremmo. Il Corano in effetti recita di operare cose buone ma dice anche che in fondo lo facciamo per noi stessi, per dire che l'ego (il nafs) non va annullato nella vita ordinaria ma integrato. Nello stesso tempo và bastonato ogni volta che prevarica (...)

Domanda) I sufi se non sbaglio si chiamano fratelli e si aiutano a vicenda. Insomma un pò come nella massoneria, e c'è chi vede in questa una diretta affiliazione del sufismo. Questo cosa significa, che se uno di loro delinque gli altri lo proteggono oppure che lo si appoggia nei traffici economici e di potere? Scusate la franchezza.

Risposta. Non è la franchezza da scusare. La cattiva informazione produce domande e opinioni inadeguate. Intanto il sufismo non ha come fine i vantaggi mondani e di potere, è una via mistica che ha a cuore  l'evoluzione umana fino alla percezione del divino. Chi usa l'ordine per motivi di protagonismo sperando vantaggi personali si allontana dal suo spirito ed è messo a riposo o si esclude. Questo vale anche nella massoneria: quando un fratello usa gli altri e le istituzioni per i suoi fini di vanità e ambizione oltre il legittimo non solo non deve essere aiutato ma isolato. L'etica impone il rispetto degli altri nel proprio agire e l'attenzione di non danneggiare "chiunque" indipendentemente da chi è e dalle sue convinzioni. Vede, in un certo senso, sono proprio organizzazioni come il sufismo e la massoneria (senza dimenticare l'azione di tante ottime persone nei differenti credi) che garantiscono un rapporto etico e una ricerca di verità costante, ciò significa che le ingiustizie e le menzogne sono dapprima combattute in "famiglia". Che poi l'essere umano sia tutt'altro che perfetto e che non esista una istituzione con il dono dell'infallibilità è un dato di fatto, ma il suo fine  è di cercare di realizzare  quei valori di giustizia, arte e fede che costituiscono la civiltà. L'inciviltà di cui lei parla sta nell'ignoranza e nella presunzione che va  combattuta prima di tutto dentro di sè.

 

 

 

Domanda) (...) la setta islamica del sufismo non si inserisce dunque nell'insieme delle sette islamiche, sunniti, sciti, ismaeliti eccetera?.

Risposta) Intanto il sufismo non è una setta islamica ma designa l'insieme degli ordini religiosi islamici come il monachesimo raggruppa gli ordini cristiani (francescani, domenicani e così via). A meno di fare un uso improprio del termine per malafede o per mancanza di informazione adeguate (il sito che lei cita ne è un esempio) e allora tutto è setta (settore) nella storia delle religioni: il cristianesimo sarebbe formato dalla setta cattolica, da quella ortodossa e da quelle protestanti. Esse vengono definite "chiese" a meno di ricreare nuove guerre di religione per stabilire una verità che nulla ha da fare con quella divina. Lo stesso per i vari gruppi dell'Islam, fondamentalmente due, i sunniti (la grande maggioranza) e gli sciiti con alcune ulteriori differenziazioni. Per evitare confusioni e odii reciproci meglio usare i termini in modo obiettivo e criteriato. Tutte le religioni erano considerate sette o eresie dal contesto politico e religioso dell'epoca non per questo dobbiamo continuare a definirle sette ed eresie quando dopo secoli si sono istituzionalizzate e sono diventate le credenze più diffuse.

 

 

 

Domanda) ...per una tesi universitaria, volevo sapere come e da chi sono fondate le tekke sufi. Da noi ci sono delle chiese sconsacrate,  c'è qualcosa di simile nel sufismo? Grazie

Risposta) Omar Shah paragona le tekke sufi alle centrali elettriche, tutte collegate tra loro e soprattutto con quella centrale (dergha) dove risiede il gran maestro. Quest'ultima è un edificio secolare risalente in genere ai padri fondatori. Effettivamente ci sono analogie con le chiese cristiane in quanto una tekke è resa tale da un rito di illuminazione parallelamente all'investitura data allo scheick che rappresenterà l'ordine nella zona (mokkadem). Il rito può essere compiuto dal khalifa generale dello stato, il quale è stato a sua volta nominato dal gran maestro. Quando il il khalifa muore gli scheik  rimettono al nuovo khalifa i loro compiti (allo stesso modo quando i Pir muore i khalifa delle varie nazioni). Questo significa che le tekke dipendono dai mandati.

 

 

 

D) E' vero che la risposta di un sufi è sempre individuata ad un contesto ed alla persona che la formula

R) E perchè lei ha bisogno di sentirsi rispondere?

 

 

 

D) In poche parole cosa è questa Tradizione di cui parlano la Blawasky e Renè Guénon ? E la massoneria e il sufismo, poichè ho trovato diverse persone di loro che li consigliano, c'entrano con questa Tradizione dall'Alto? Scusate la domanda diretta.

R) Perchè mai scusarsi di domandare?   Una serie di domande e di risposte a tal proposito sono state raccolte nell'articolo qui linkato:  http://www.puntosufi.it/59dist.htm . Comunque, questo mito della Tradizione di moda nel 900 negli ambienti occultistici e teosofici,  fatto proprio dal nazismo e da settori del fascismo ( vedi gli scritti dell'autore che lei cita con lo pseudonimo di ignitus sulla rivista "il regime fascista" e del gruppo di magia di Ur krur ) in poche e semplici parole ritiene che nel centro della terra vi sia un re del mondo di tipo spirituale che governa le epoche e legittima le religioni, o meglio tradizioni sacre che nascono e riportano a lui con determinati riti. I nazisti avevano organizzato anche spedizioni in Tibet per ricevere dal misterioso personaggio l'autorizzazione del potere. Sempre secondo questo mito il mondo  sarebbe in una caduta dallo spirituale al materiale attraverso cicli cosmici ben definiti .Adesso saremmo alla fine dell'età più buia dove le forze del male, una sorta di controiniziazione dove c'entrerebbe (almeno secondo i più accaniti sostenitori del mito) il concorso della psicoanalisi e della scienza moderna. Insomma, reinterpretando i miti antichi della caduta spirituale degli uomini  e leggende fascinose come l'agarthi, nell'ottocento e nelle sintesi ideologioche successive nasce questo schema metafisico-mitologico che pone se stesso come verità indiscutibile (se no si fa parte dei cattivi e degli ignoranti). Chi segue fedelmente questo pensiero sarebbe nella elite spirituale, con una autorità speciale a lottare contro le forze del male dove  si crede alla democrazia e alla libertà (essendo queste ultime sotto il controllo delle multinazionali e delle lobby, comunque da interessi di potere di qualsiasi area ideologica, questi demoni devono essere veramente degli illusi, detto tra noi). Per il resto veda il link.

 

 

 

Domanda) Ho letto diversi articoli in questo sito dove si evidenzia come il lavoro dei sufi su se stessi è anche di tipo psicologico, indubbiamente sarebbe una fortuna essere curati da uno psicoterapeuta sufi piuttosto che da uno che conosce le cose solo dai libri. Credo che il sufismo purifichi la religione dai condizionamenti e dalle suggestioni e permetta all'individuo di essere veramente libero ma anche che sia un lavoro lungo e faticoso e difficile...

Risposta) (...) Anche uno psicoterapeuta non sufi per esercitare deve aver fatto un training con un supervisore  per due motivi: il primo per prendere consapevolezza delle proprie devianze al fine di correggerle, il secondo per toccare dal vivo i problemi e gli stati psicologici che dovrà trattare (deve avere l'umiltà di mettersi dalla parte del paziente insomma). Il lavoro sufi è indubbiamente più approfondito e in certi casi più drastico ma non è la stessa cosa in quanto coinvolge anche il piano spirituale. Va da sé che i condizionamenti e le suggestioni impediscono di essere liberi, si ha soltanto l'illusione di esserlo. Oggi come oggi l'industria del mercato e della politica, in certi paesi di più in altri di meno,  gioca non sulla informazione corretta ma con le trappole per ingannare: il fine dei resto non è la verità ma la vendita dei prodotti e il mantenimento del potere. Se ci si mette anche  la tendenza a vivere di pregiudizi e abitudini insita in ogni essere umano lo spazio di libertà è veramente ridotto al lumicino anche per molti professionisti dell 'educazione e della sanità.

D-continua)  Grazie per avermi risposto. Avevo letto di esperimenti in cui uno psichiatra si era fatto ricoverare fingendo prima determinati sintomi ma anche quando aveva smesso di manifestarli e si comportava normalmente non veniva dimesso. Questo può essere l'esempio della forza del pregiudizio (...) c'è un libro che mette in evidenza questo confine incerto tra follia e misticismo?

R) E' possibile, ma è anche possibile che un operatore consapevole abbia preso un pò di tempo per vedere se si trattava di simulazione, il paziente può infatti nascondere quei sintomi che capisce non convenienti alle relazioni con gli altri. E' vero comunque che la pressione psicologica del "sei così e devi comportarti così" può incidere notevolmente: vale sempre la domanda "è la devianza che crea il controllo sociale o il controllo sociale che crea la devianza?" dove la risposta corretta, forse, si situa a metà strada. Del resto in passato ci sono stati casi anche non rari di persone ricoverate nei manicomi per pregiudizi sociali, in sicilia le ragazze che avevano perso la verginità ed erano diventate inaccettabili per la comunità e per la famiglia. Questo è il testo: "la folle e il santo" di C.Clement e S.Kakar ed Corbaccio.

 

 

 

D) (...) il zhikr insegnatomi da Omar Shah era silenzioso, meditativo, evitava proprio la sovraossigenizzione di cui parlate. Perchè queste contraddizioni nel sufismo? (...)

R) E' una domanda rivoltaci diverse volte e che dimostra non tener conto delle differenze. Ciò non è sufi. L'unico modo giusto è quello che ho imparato per primo...il papà ha sempre ragione. In realtà i vari ordini sufi ( quelli storici e regolari, per intenderci, non quelli improvvisati in occidente) hanno dhikr diversi, non tutti danzano come i Mevlevi e non tutti si raccolgono in una sommessa recitazione dei nomi di Dio. Paesi diversi e storie diverse. Vero è che ci sono state degenerazioni come nel muraburtismo, uso di droghe e spettacolarismo, devianze rispetto ai valori di ispirazione del sufismo stesso.

 

 

 

D) (...) Insomma, questo è il mio problema. Nel sufismo viene data priorità alla figura del maestro o all'ordine?

R) Nella letteratura sufi emerge l'essenzialità della figura del maestro, la peculiarità di un rapporto non può essere formalizzato. In altre parole se lei frequenta quella tekke con quel maestro non è costretto ad amarlo nè a sovrastimarlo, i sentimenti sono irrazionali e non possono essere comandati, ci mancherebbe. Deve a lui rispetto ed una ragionevole obbedienza, questo si richiede nell'ordine. Se lei ha avuto quel rapporto mistico col suo precedente maestro di quell'ordine il fatto essenziale del collegamento si è avverato. Se ci pensa bene ha perfino del ridicolo pensare che una persona debba amare un'altra perchè incarna un ruolo. Questo soprattutto nel sufismo: chi intende il sufismo in modo settario, gerarchico e militare con un culto irrazionale del capo non ha capito niente del sufismo stesso ( se lei si accorge di una simile deviazione meglio cambiar aria). In conclusione non c'è da provare nessun senso di colpa sui propri sentimenti, essi vanno solo gestiti per essere adeguati alla vita.

 

 

 

D) Sono uno studente in antropologia (...) sto iniziando un lavoro di tesi specialistica in antropologia medica e visto il mio profondo interesse nei confronti del mondo islamico e in particolar modo nei riguardi della mistica Sufi, volevo concentrare la mia attenzione sulla repressione esercitata presso le teocrazie mediorientali, in particolar modo in Iran. Volevo chiedervi se foste disponibili ad iniziare un dialogo sulla repressione dei movimenti Sufi e soprattuto sulle motivazioni che spingono questi governi ad attuarle.


R) Le rispondo con una premessa generica. I sufi non si occupano di politica  pur essendo attenti a tutto quanto accade "nel" mondo. I sufi sono "nel"  mondo ma non "del" mondo per questo non amano discutere o tifare sulle  questioni che finiscono per coinvolgere credi potici e costumi. Molto spesso  persone che lottano per la libertà e la dignità umana di altri paesi non si  accorgono che in casa propria questa viene umiliata costantemente. Vede, mi  permetta, molti di noi sono docenti universitari e medici che girano il  mondo per lavoro: sempre si tocca con mano che tutto il mondo è paese. Le  prevaricazioni, le ingiustizie, le falsità, insomma l'ignoranza in forme  diverse alligna dappertutto. Per essere oltre, per educare ad essere oltre, i sufi hanno i loro metodi ma solo la via permette di capirli non le parole.  Comunque per entrare nel merito della sua questione non è detto che sia  sempre quel che si crede che sia e come si crede che sia .

 

 

 

D) Ultimamente mi sono trovato a leggere testi accademici o divulgativi sull'Islam, opera sia di intellettuali musulmani che non. Ebbene c'è un tratto comune che li lega un po' tutti, ossia il pressochè totale spregio per il sufismo in generale. Riporto alcuni passi di "La religione del Corano" di Fazlur Rahman (fu insegnante presso vari istituti e università di studi islamici, nonché consigliere del dipartimento di stato americano per i rapporti con i paesi musulmani): "...il sufismo è il solo responsabile di aver portato, diffuso e perpetuato in tutto il mondo musulmano, dilagandovi, le credenze più fantastiche e grottesche nei miracoli dei santi. La rete di superstizioni che queste credenze andarono tessendo ha paralizzato mente e spirito delle masse credule, invischiando anche in gran numero le persone educate e colte." - "L'ideale spirituale sufita offriva alle masse un mezzo di fuga dalle sgradevoli realtà della vita... ma...a spese dell'ideale islamico di ordine sociale e morale"- "[il sufismo] insegnava alle masse determinate tecniche di auto-suggestione e di ipnotismo, educandole in un'eccessiva indulgenza nell'ambito di una religione di carattere sostanzialmente emotivo, che non può essere descritta altro che come isterismo spirituale di massa".- "La società musulmana deve liberarsi degli "imponenti resti spirituali e morali" del sufismo se si vuole redimerla all'Islam". "Anche l'ortodossia [islamica] ha commesso degli errori e...si presenta come fredda e razionale...e ciò ha permesso al sufismo di insinuarsi nella società occupando un vuoto".  L'altro libro di cui riporto i passi è "L'Islam" del Bausani, uno dei pochi veri grandi islamisti italiani: "E' certo che il sufismo si è particolarmente generalizzato nell'Islam soprattutto dopo i disastri connessi con la decadenza del califfato unitario abbaside e il suo crollo sotto l'ondata distruggitrice e inaridente dei Mongoli, anche se è difficile stabilire un nesso di causa e di effetto (del resto scambiabile a piacere!) fra i due fenomeni. Così esso [il sufismo] ha finito per accompagnare, se non causare, la decadenza dell'Islam, che è durata fino ai giorni nostri" - "La sua inserzione [di al-Ghazzali] del sufismo nell'ortodossia, seppur prudente, (unito alla sua mentalità reazionaria),...hanno finito per esercitare un'azione addormentante e deleteria sullo sviluppo ulteriore dell'Islam." Tutto ciò fa decisamente a cazzotti con quanto espresso dal Mandel in "Storia del sufismo", dove si attribuisce ad esso non solo lo sviluppo e le più alte manifestazioni dell'arte, della scienza e dell'intellettualità islamiche, ma dove non si esita neppure a definire il sufismo come unico "vero Islam" possibile anche, e questo è un mio giudizio personale, in totale contrasto con la realtà e lo sviluppo storico della tradizione islamica (pur con tutte le sue tare e interpolazioni, necessarie alla formazione di una tradizione). Forse anche in questo caso si tratta di distinguere tra sufismo illuminato dei maestri e quel che, per sentito dire, è passato alle masse? Forse l'etichetta generica di "sufismo" per descrivere le varie devianze è stata usata un po' alla leggera? Certo però è che il generalizzato giudizio negativo sul sufismo per una volta mette d'accordo intellettuali (non si può certo parlare dei soliti ignoranti, almeno nei casi che ho citato; sugli altri ho già fatto da filtro a modo mio) e massa popolare (del mondo arabo: nei paesi che ho visitato, specie in medioriente - e non solo paesi del golfo- , non è difficile notare come il termine "sufi" sia utilizzato spesso come sinonimo di "kafir"!) Non vorrei che il mio messaggio apparisse polemico, non lo è; anche perchè il vostro è un sito cui sono affezionato e a cui spesso ricorro per ottenere informazioni. Diciamo che sto piuttosto cercando il bandolo della matassa, un'opinione che possa gettare un po' di luce, in sintesi, almeno sul sufismo storico: che la conoscenza e le opinioni un po' alla buona su di esso vadano per la maggior ahimè è indubbio, ma, in due parole, ribattereste, e come, a quanto espresso da Rahman e Bausani?
 

R) Lei mi chiede cosa risponderei al Bausani (che essendo un bahai  ben sapeva che i suoi fondatori si ispiravano a simbologie sufi) o a Rahman che essendo uno studioso avrebbe dovuto considerare il fenomeno obiettivamente da tutti i punti di vista. Non risponderei niente. Niente perchè la discussione con chi ha già idee preconcette è sola perdita di tempo. Le faccio un esempio immaginario. Arriva un primo extraterrestre sulla terra per prendere informazioni sulla chiesa cattolica e trova subito una rivista dedicata agli scandali sulla pedofilia: missione compiuta! Da allora riterrà che la chiesa è un'associazione di pedofili che si mascherano da religiosi per nascondere le loro devianze psichiche. Ne arriva un'altro che reperendo un documentario sulle figure magistrali della chiesa (Giovanni Bosco, don Orione, madre Teresa di Calcutta, Papa Giovanni XXIII, san Francesco d'Assisi...) porterà l'immagine di un mondo cristiano fatto di persone straordinarie di apertura di mente e di cuore. Un terzo recupererà una inchiesta su Vaticano e finanza con riferimenti storici sul potere temporale della Chiesa e ne dedurrà che è un'organizzazione a fine di lucro. E così avanti, nel bene e nel male, può continuare anche lei. Questo vale per ogni gruppo e istituzione. Pensi alla massoneria. Ci sono state persone che hanno perso tutto in nome degli ideali di libertà, uguaglianza e fraternità, con una onestà integerrima, dedicandosi anima e corpo in modo disinteressato agli ideali di giustizia, allo sviluppo delle arti e delle scienze, altre invece hanno usato la massoneria per fini opposti, per interessi egoistici, di gruppo mafioso e di potere. Ovviamente i buoni sacerdoti e i buoni massoni faranno di tutto per neutralizzare l'azione di queste persone che utilizzano l'organizzazione come cellule tumorali parassitarie. Questo vale anche nel sufismo: c'è di tutto. Mandel, come me e tanti altri hanno evidenziato il meglio senza dimenticare il peggio. C'è un sufismo degenerato in pratiche superstiziose e fachiriche dall'Africa all'Asia che conta centinaia di migliaia di aderenti, un'altro troncone che definirei sclerotico, in cui gli aderenti si distinguono per zelo e rigore nelle pratiche religiose e rituali, esso si esaurisce in una sorta di super-islam. Tenga infine presente che oltre questi due grossi blocchi dove il fanatismo e il settarismo sono di casa, in Europa la maggior parte dei movimenti sufi sono inventati e spesso solo per guadagnarci sopra, si  fanno perfino corsi a pagamento con iniziazione finale, ed è tutto detto. Se il prof. Mandel ha puntato il riflettore sulle perle, non trascurando il fango, ha fatto bene! Se ci sono persone che vedono solo fango in tutto, evidentemente anche nella propria anima hanno poco da dare.

 

 

 

D) volevo sapere un'informazione: la Tekke (...) in che via è? Inoltre se mi era possibile volevo sapere come funziona l'avvicinamento al sufismo e cosa si deve fare per diventare sufi. Grazie mille

R) La tekke  come tutte le tekke è aperta solo su invito personale. Ci sono diverse opere che illustrano il sufismo e il suo avvicinamento come quelle eccellenti di Gabriele Mandel: "la via al sufismo" ed. Bompiani per iniziare. Lei saprà che il sufismo è composto da ordini storici secolari come gli ordini cristiani con la differenza che in Europa si stanno diffondendo movimenti o ordini definiti sufi che di sufismo non hanno nulla a che fare ( a livello di base non esistono corsi a pagamento per diventare sufi, in tal caso si ha la certezza di trovarsi di fronte a parodie e a imbrogli). Anche internet non è affidabile  Altri ordini sono nascosti appunto perchè non interessa il proselitismo e speculazioni di sorta.

D prosegue ) Ok molte grazie. Comunque per informazione come si fa a ricevere l'invito personale?

R) Quando la persona viene considerata idonea ad avere detto invito.

D prosegue ) : Ma per essere considerato idoneo devo venire alla tekke oppure da un'altra parte? Comunque volevo chiedere..la tariqa (...) è seria e tradizionale? Grazie mille

R) Ha mai provato a chiedere a un rivenditore se è più serio dell'altro? Dalle  conoscenze che lei ha può stabilire se la mia risposta in un senso o nell'altro è affidabile? Per questo  ci vuole studio, costanza, ricerca della verità e allora si potrà valutare e percepire nel modo corretto. In India si dice: "quando il discepolo è pronto troverà il suo maestro". Per chi vuole tutto e subito il mercato propone ogni soluzione possibile. Ognuno sceglie quel che è adatto e appagante per  lui ma la strada dell'evoluzione non è facile.

D prosegue ) Grazie per le risposte, però non ho ancora capito se si deve fare domanda a qualcuno,ad esempio al Kalifa, oppure bisogna già essere mussulmani e quindi volgarmente parlando 'essere nel giro' e quindi tramite conoscenze essere 'raccomandato' alla tekke.

R) Vede, tolleri la mia franchezza, lei parla secondo schemi inadeguati (essere nel giro, raccomandazioni...). Provi a leggere attentamente alcune opere sul sufismo, in questo sito  nella sezione libri troverà ampie indicazioni., così tasterà l'ambiente con cui cerca di entrare in contatto e le modalità di  linguaggio precipue. Sicuramente è l'Islam la base terrestre storica del sufismo. Ogni cosa a suo tempo. Se lei ha fretta il mercato le darà quanto chiede. Questo è tutto.

 

 

 

D)(...) Ho cercato a lungo un vero scheikh ma dopo l'esperienza che ho avuto con (...) che mi risulta regolare ed ortodosso e di (...) altrettanto regolare ed ortodosso ho capito che il sufismo di Rumi, di kayam, di Alallaje, di Hafiz, Ibn Arabi e Ghazali che avevo studiato è lettera morta. Sentirmi dire che chi non è musulmano andrà all'inferno da questi "Veri Scheikh" in queste "Vere Tekke" è stata una esperienza decisamente sconfortante. 

R) Non è sufficiente che un ordine sia regolare ed ortodosso nella continuità per garantire una realtà, quella del sufismo, che essenzialmente è spirituale. In questi ordini ormai sclerotici si tramandano riti e dottrine senza che ci sia qualcuno capace di ritrovarne il significato, la vita di tutto ciò. Probabilmente le sue aspettative si fondavano su un idealismo che non regge al confronto col principio di realtà. Tra questi "veri" scheikh oggetto di culto da parte dei loro discepoli e in queste "vere" tekke continuano gli stessi meccanismi psicologici di ogni raggruppamento umano che si chiude in se stesso in modo settario ed intransigente in una sorta di caccia alle streghe a quanto è oltre la loro orbita (invidie, maldicenze, fanatismi, supestizione, carrierismo e la più squallida vanità mondana). Ma non tutti gli ordini sono così, e comunque potrebbe ritrovare in ognuno di  essi il peggio ed il meglio che lei conosce. Ringrazi il cielo di avere avuto queste esperienze e di aver conosciuto persone di saggezza e luminosità nella sua vita come il Mandel ed Omar Shah.

 

( le risposte alle domande sono a cura del  responsabile della tekke sufi di Genova Nuraddin Murad.)

 

 

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