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Chi non si è mai trovato in uno di quei futili, interminabili dibattiti in cui si discute ad nauseam dell'esistenza di Dio...? La   domanda: "Dio esiste?" è un modo di accostarsi al problema decisamente sciocco; come voler costruire una casa partendo dal tetto. Sanai si tiene ben distante dalla patetica futilità di tali metafisici da salotto, e ci ripete continuamente la domanda: che cosa sai tu di tutto questo?  (...) Inutile cavillare su una parola, anche se questa parola è "Dio". Se non lo conosciamo, accettarla o rifiutarla è ugualmente fuori luogo. Dio è un mistero e il mistero rimane tale, qualunque nome gli assegnamo

...E Rumi: Il tuo grido "Allah! (dice Dio) è il mio stesso: "Eccomi!"

( David Pendlebury  dal "il giardino cintato della verità"di Sanai ed.Psiche pag.83 )

 

SUL CONCETTO DEL DIVINO

Per avere un'idea di come il concetto del divino ed il senso etico evolva ( oppure, da un'altra angolazione si riveli alla consapevolezza umana )  basta pensare che nel medioevo cristiano ci si poneva il problema di dove andassero a finire gli individui non battezzati o di altre fedi religiose. Specificatamente un neonato o un feto. Neppure lontanamente ci si accorgeva di porre empiamente limiti alla provvidenza e giustizia divina. Come se le anime dipendessero per manifestarsi e salvarsi da condizioni umane (se una nasce fortunatamente in una religione è salvo e viceversa, sopprimendo un feto si toglie un'anima e via dicendo). Con la stessa empietà si torturavano o sopprimevano le persone nei roghi per purificarle. Insomma lo Spirito veniva assoggettato concettualmente ai limiti umani. La sua extradimensionalità, il suo mistero, l'amore che deriva dall'atto interiore nascosto del sentirsi nulla eppur specchio della sua Eternità ed Immensità che si rivela in infinite forme, era lasciato solo ai mistici come se l'essenza della religiosità fosse un fatto del tutto trascurabile e comunque conclusa in formule dogmatiche ed attestazioni formali di fede. La mancanza di fede veniva infatti surrogata con credenze e normative relative e condizionate eppur poste come assolute.

 

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