Tratto da "RAPPORTARSI CON GLI ALTRI E CON SE STESSI" di Nazzareno Venturi.  Saggio sulla psicologia transazionale, pubblicato e ormai esaurito su carta stampata dalle ed. Sufijerrahi nel 2010. Attualmente disponibile in formato ebook (leggibile su pc o si tablet) su Kindle Edition distribuito da Amazon.

 

IL CORPO

 

Partiamo dall'esperienza. Durante una escursione speleologica (misto d'incoscienza giovanile e spirito d'avventura)   mi sono trovato obbligato, se volevo proseguire, a passare attraverso due pareti a strapiombo di roccia viscida, le ginocchia e la schiena facevano pressione sulle pareti e sotto il vuoto, a distanza di pochi metri si poteva proseguire a piedi, ma quello spazio sembrava enorme. Il corpo era pieno di adrenalina, tremavo, la forza scemava e non essendo assicurato alle corde mi terrorizzava il pensiero di non farcela e di precipitare, ma guadagnai la salvezza, seppi poi che un alpinista esperto morì in quel punto. Il passaggio al ritorno fu agevole per due fattori: il primo è che in queste circostanze andare a destra o a sinistra per il corpo è differente esattamente come scrivere con la mano sinistra e con la destra. Il secondo è che il mio corpo aveva acquisito la percezione della superabilità dell'ostacolo lasciandomi  una sensazione di tranquillità e di sicurezza.

I fatti psichici sono anche fatti del corpo e costituiscono l'aspetto materico umano. Le emozioni sono reazioni chimiche ed elettriche che coinvolgono l'encefalo e tutti gli altri organi. Per questo non si può isolare l'aspetto psicologico da quello fisico, la loro relazione è sinergica. Da come una persona cammina, dalla voce, dal volto si può risalire alla sua infanzia, o più precisamente ai modi in cui ha reagito al suo ambiente e che poi si sono somatizzati. I blocchi dell'energia fisica sono anche blocchi psicologici. Non sempre si superano bene gli ostacoli ambientali impedendo così alla propria vita di esprimersi liberamente. E il corpo documenta tutto ciò sia nell'aspetto statico - somatico o dinamico – comportamentale; un'osservazione attenta tiene presente le variabili: l'inclinazione della testa può rivelare una schizoide paura di affrontare la vita, un bisogno di rifugiarsi nell'infanzia, ma anche torcicollo o periartrite. 

Gli choc sono paragonabili a corto circuiti che interrompono un sistema, tra le reazioni fisiche immediate: i capelli possono rizzarsi e sbiancare, maturano certe malattie come la psoriasi. Altre volte gli effetti degli choc , come quelli subiti nell'infanzia, si rivelano col tempo in stati di apatia o di schizofrenia, anche se la persona non ne è più consapevole il corpo ne mantiene la memoria.

Durante la prima guerra mondiale austriaci ed italiani combattevano una logorante guerra di trincea.  La vanità spingeva diversi  ufficiali ad ordinare attacchi durissimi ai soldati per espugnare le postazioni avversarie. In caso di successo si sarebbero preso il merito, le medaglie, la promozione. Chi non avanzava o scappava dal fuoco nemico veniva ammazzato sull'istante dagli stessi ufficiali che ordinavano gli attacchi. La conformazione delle montagne, tra pietraie e dirupi, rendeva talvolta impossibile guadagnare anche  pochi metri del fronte. Un colonnello austriaco ordinò ad un primo schieramento un assalto in una zona strategica difesa dagli italiani: i soldati austriaci furono sterminati dalle mitragliatrici come mosche.  Il colonnello non prese atto dell'impossibilità dell'azione e mandò verso morte sicura un secondo schieramento. I soldati delle retrovie che assistevano alla carneficina, una volta chiamati all'attacco, di fronte all'assurdità e all'impossibilità di fuggire impazzirono contemporaneamente.

Nella schizofrenia il corpo è dissociato dalla mente, è vissuto come un oggetto, sentimenti ed emozioni sono inaccessibili, solo uno stato di terrore accompagna i deliri. Il legame con la realtà si è perso, tutto è precipitato nell'assurdo. Un trauma può essere la molla che fa scattare il meccanismo dissociativo, una risposta all'assurdità ambientale, per cui vista l'impossibilità di agire e di comunicare, l'io si difende estraniandosi dal corpo, dalla realtà. Alla base  c'è il meccanismo biologico che vivono diversi animali   quando vengono ghermiti da un predatore, questo impedisce loro anche di soffrire: il terrore fa sì che il flusso sanguigno si ritragga dai muscoli irrigidendo il corpo fino all'insensibilità.  Spesso la gazzella  muore di infarto prima di finire nelle fauci del leone. Il corpo è sconfitto.

Nella bolgia dei testi pseudo  esoterici si parla spesso di pratiche in cui l'io deve dissociarsi dal corpo per arrivare alla spiritualità, vederlo come un cadavere, viverlo come una macchina, estraniarsi dalle emozioni e dai sentimenti: ascetismo pericoloso che estremizza tecniche incomprese suggerito spesso da fanatici, mitomani, ciarlatani ed ignoranti. L'evoluzione del sé riguarda anche il corpo, ( il nafs per i sufi). Certamente essere schiavi delle passioni e degli istinti non significa vivere il corpo , né un narcisistico culto gli dà dignità: l'uomo ha un etica ed una ragione che devono armonizzarsi e disciplinare l'inconscio, l'animalità, ma senza distruggerla né subirla, poiché questa è la base del vivere. Del resto anche la fede, l'amore, la bellezza si sentono nel corpo, si gustano come quando ascoltiamo una musica, vediamo un paesaggio: si dischiude così nel corpo il riflesso dell'Anima, e le labbra e gli occhi sorridono, il petto si scalda, vogliamo bene al prossimo e sentiamo un senso profondo  di infinità, di luce che i mistici chiamano Dio.

 

Dott. Prof. Nazzareno Venturi (2001)

© (ogni trascrizione completa o parziale dei saggi presenti sul caravanserraglio, essendo provenienti da pubblicazioni copyright, può essere fatta solo tramite autorizzazione )

 

 

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