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Tratto da "RAPPORTARSI CON GLI ALTRI E CON SE STESSI" di Nazzareno Venturi.  Saggio sulla psicologia transazionale, pubblicato e ormai esaurito su carta stampata dalle ed. Sufijerrahi nel 2010. Attualmente disponibile in formato ebook (leggibile su pc o si tablet) su Kindle Edition distribuito da Amazon.

       SUL DETERMINISMO  

 

Lo psicologo svizzero Lucher, noto per i suoi studi sui colori, riprende una immagine ormai classica, quella della bicicletta, per spiegare quali sono i motivi determinanti la vita (La Persona a Quattro Colori-Astrolabio 93). Il primo è la costituzione genetica che possiamo paragonare alla bicicletta. Ci sono veloci biciclette da corsa , robuste mountain  bike, altre da passeggio e tricicli. Come a dire che il proprio corpo ha una sua realtà specifica programmata, i suoi punti deboli e forti. C'è un orologio scritto nei geni che scandisce delle durate, tra cui quella della stessa vita individuale, e pure l'inizio di certe patologie. Mi viene in mente un caro amico, con il quale gioco a scacchi, a cui  si è otturata una vena nella gamba come era capitato a suo padre quando aveva la stessa età e nello stesso punto. Alcuni studiosi come Szondi considerano  la vita psicofisica  determinata fondamentalmente dalla genetica lasciando poco spazio agli altri fattori. (Ci si tranquillizzi, i geni talvolta vengono corretti e comunque predisposizione, non è necessità); veniamo al secondo di questi fattori, ossia la strada in cui si trova la nostra bicicletta: ci sono strade in salita, altre in discesa ( caspita se non sono pericolose, anche se la sola fatica è quella di frenare e di prendere bene le curve! ) altre dal suolo liscio o impervio. Insomma il soggetto può trovarsi a vivere una esistenza in ambienti inquinati o nella salubrità dell'alta montagna, ma soprattutto in una relazionalità che può essere positiva o negativa a cominciare da quella importantissima della prima infanzia coi genitori (l'ambiente umano). Ci si chiedeva come mai negli orfanotrofi di un tempo, una considerevole percentuale di bambini moriva pur se non mancava di cibo. Era assente l'amore di cui il neonato ha necessità: il suo corpo avrebbe potuto vivere fino a cent'anni, ma l'ambiente ha ridotto drasticamente il suo tempo. Il comportamentismo, che ha i suoi primordi negli studi di Pavlov sui riflessi condizionati, ha puntato soprattutto su questo fattore. Sempre sull’esempio delle biciclette, consideriamo chi pedala, l'io, la volontà, la responsabilità individuale che può essere elevata in certe persone ed in altre minima a causa di patologie del cervello o delle devianze psichiche. L'educazione (e con essa i concetti di giusto ed ingiusto, di bene e di male) indubbiamente canalizza le scelte: si ponga il caso del delitto d'onore, oggi emarginato nel ridicolo, una volta, in certi luoghi, era sentito come un dovere. La volontà libera è quindi quella razionale, di un adulto che ha filtrato i messaggi educativi dell'infanzia, scartando i pregiudizi e le negatività (ma solo pochi raggiungono pienamente questa maturità).

Abbiamo dunque tre fattori che sono in relazione tra loro nel determinare l'esistenza: la bicicletta, la strada ed il ciclista, vale dire la genetica, l'ambiente, la volontà. Non sono tre parti divise ma organicamente interagenti tra loro. Un esempio: una alimentazione sbagliata (fattore ambientale) con carenze vitaminiche (soprattutto la v.pp) può provocare stati psichici alterati fino alla demenza (dott. E. D. Vitali “Guida all'Alimentazione” Editori Riuniti), così l’insufficienza di sonno per i più svariati motivi, cagiona uno stato allucinatorio. Quindi un fattore esterno modifica quello interno, come quando si fora una gomma, l'interno viene poi, dall'assunzione di farmaci inadeguati, reso incapace di tornare alle normali funzioni, anche se tutto ciò non era previsto lungo i binari genetici. Altro esempio a cascata di eventi: il soggetto per via di scelte intellettuali (…un fan dei libri di Castaneda…) decide di darsi all’esperienza esaltante della droga, le alterazioni biochimiche provocate dallo stupefacente modificano il suo comportamento, la sua psiche per cui suo malgrado si troverà in nuovi ambienti, come quelli di recupero se non in galera ormai ricettatore, in cui assimilerà nuovi concetti od emozioni che a loro volta cambierebbero le sue scelte... In questo caso il circuito sembra cominciare dalla volontà, per passare al corporeo ed all'ambiente. Si potrebbe peraltro affermare che la tendenza inconscia genetica aveva predisposto il soggetto a certi atteggiamenti culturali, quindi a frequentare persone psicopatiche, a simpatizzare per concezioni di vita alterate o ideologie fanatiche, dalle quali sarebbe emersa la sua volontà di...

Insomma non si può dire dove cominci un aspetto e finisca l'altro, mi sembra quindi errato puntare tutto su un fattore dimenticando o quasi gli altri. La complessità di queste interconnessioni è evidente. Sicuramente quando l'individuo evolve aumentano i suoi  spazi di libertà dai condizionamenti e, in parte, anche dalla stessa corporeità essendosi abituato a capire l'inconscio (l'aver fatto luce dentro di sé) e a tenere nel giusto freno gli impulsi istintuali ed infantili:  è il cammino di liberazione che l'umanità sta realizzando da quando qualcosa d'umano ha cominciato ad intravedersi in alcune scimmie...

La psicologia del profondo e transpersonale inserisce un quarto elemento, l’anima. La realizzazione di questa libertà (comunque relativa poiché la condizione terrestre impone i suoi limiti) è stata compiuta da illuminati, maestri e santi. Le figure più eccelse della mistica hanno finito per contemplare la coincidenza del libero arbitrio con la necessità del volere divino, coi suoi decreti, del proprio sè col Sé, essendo questo forma di Quello.

E tra i mistici d'ogni campo, nell'arte, nella fede e nel civismo, alcuni sono diventati dei poli di riferimento per tutti, da San Francesco a Rumi, da Leonardo ad Avicenna . Persone libere e realizzate. Ed ognuno era partito per la sua strada con la sua bicicletta ( pardon, sarebbe il caso di adeguare l'immagine con un asinello, un cavallo, un cammello...a parte Leonardo che aveva già inventato di tutto, tra cui la bicicletta)

 

dott. prof. Nazzareno Venturi (2003)

 

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