l'essenziale
Sufismo
o
misticismo islamico. Tra i migliori scienziati, letterati, artisti dell'Islam si
contano spesso i sufi. a testimonianza di una creatività strraordinaria
data dal carattere universalistico inerente
al Corano e che il Sufismo ha compreso nell'essenza. Dalle antiche origini sciamaniche
asiatiche i sufi hanno vissuto l'Islam nel cuore evitando gli intellettualismi, i
fideismi, i burocraticismi che l'uomo sovrappone alle religioni. Il termine Sufismo (tasawwuf)
deriva da sofà, designante i compagni del profeta che sedevano sulla panca (sofà) vicino
a lui. Con la radice saf anche il termine lana di cui erano fatti gli indumenti dei
sufi, e purezza da cui i sufi come "i puri". Il suono sssuuufff era anche
usato ritualmente nella preghiera come un mantram allo scopo di aumentare l'ossigenazione
ed indurre abreazioni estatiche. Altre associazioni come dal greco sofos, saggezza, sono
pertinenti ma non essenziali. Poiché sono stati i sufi ad accogliere, approfondire e
sfrondare le diverse forme religiose e culturali non sono queste ad aver determinato la
forma del sufismo che proprio per il suo carattere evolutivo ed universale è mai
perfettamente descrivibile. Il sufismo ha comunque una dimensione
storica e islamica nei suoi ordini (vedi tarika)
Sufi
o
fratello. Chi è stato iniziato al sufismo ed entra nella confraternita ,libero di
andarsene quando crede. I sufi: tutti anelli uguali di un'unica catena, ognuno col suo posto, chi
prima chi dopo in una successione di livelli di liberazione, maturità, operosità,
responsabilità, conoscenza mistica e culturale (anzianità spirituale) fino alla
realizzazione dell'essere sufi quando tutto, compreso il sufismo stesso, non sarà più
condizionante. Nella mistica sufi il legame tra i fratelli sta nella preesistenza.
Tarika
od
ordine sufi, simile a quello che distingue una confraternita cristiana o massonica, in cui
è importante l'affiliazione ad una catena iniziatica (as silsilha) attraverso
l'iniziazione. Le diverse tariqa (naqschbandy, Jerrahi, Nimatollay, Mawlevi
eccetera) sono come gli ordini cristiani (francescani, domenicani, gesuiti...), tutte
fanno capo ad una abbazia centrale o dergah guidata dal pir (shaykh
alShuyukh o maestro dei maestri) dell'ordine. La tecnica evolutiva sufi cambia
secondo il contesto epocale e locale pur seguendo i suoi secolari fondamenti ed ha forme
specifiche nelle varie tarika.
Shaikh
.
Termine usato ordinanariamente per designare un rappresentante locale o un esperto della
confraternita. Ma esaminiamo il caso che indica il maestro, detto anche baba
(papà). Un fratello sufi che ha il compito di insegnare, educare sia nella società sia
nel gruppo specifico sufi. Anche se l'allievo si abbandona completamente alla sua guida
non ci sarà mai obbedienza cieca nè richiesta di quanto può andare contro l'etica
religiosa e del buon senso civico. Lo schaikh è stato nominato tale da un precedente
maestro autorizzato e tra le sue virtù c'è il superamento delle forme narcistiche e
d'orgoglio dell'ego. Lo schaik, come uno psicoterapeuta, guida l'allievo verso l'autonomia
servendosi di tecniche sperimentate con successo , lo conduce alla libertà di
pensiero e sentimento da tutti im pregiudizi e condizionamenti sociali, da ogni sorta di
devianza psichica, per scelte responsabili. Solo così nella integrazione psichica
raggiunta si può cogliere l'amore divino e la pulsione della fede fa della vita un'opera
mirabile. Lo Shaykh guida alla Realtà offrendo i giusti strumenti, per questo
il sufi bacia ogni cosa che egli dà.
Khalyfa.
Un
fratello shaykh responsabile di un vasto territorio. Dirige la dergha principale
(casa madre) di una nazione e sovraintende le altre. E' nominato dal shaykh âlShuyukh (maestro
dei maestri a capo dell'ordine) che gli trasmette la baraka del fondatore . Ogni nuovo
shaykh alShuyukh rinnova il mandato in una cerimonia privata e lo lascia libero di gestire
il suo territorio come crede. I sufi danno del lei al maestro in quanto è anche padre,
mentre tra loro si danno del tu come fratelli, gli baciano la mano in segno di rispetto
nel saluto prima e dopo gli incontri ( pratica non necessaria) anche se sono vecchi
amici. Necessario è il rispetto verso il maestro, verso le sue cose a cominciare dalla
pelle su cui siede, non si calpesta e rimane vuota in sua assenza.
Pir
fondatore
dell'ordine, come Francesco fu il fondatore dell'ordine francescano. Ogni ordine fa capo
ad un pir vivente ( shaych alShuyuk ) ed al ri-cordo del fondatore.
Zikr,
rammemorazione
di Dio attraverso la recitazione dei Suoi nomi. Ritmi, melodie, danze possono
caratterizzare lo zikr aiutando l'armonizzazione corporea con conseguente liberazione
d'energia. Con lo zikr discende nel mondo la benedizione divina.
Baraka
o
grazia. Trasmessa nel rito dell'iniziazione impegna il sufi a realizzarsi nel mondo
spargendo pace e amore grazie alla conoscenza dei cuori.
Hal
(stato) e Makam (stazione): vissuti dell'anima, laddove il primo
caratterizzato da una percezione mistica momentanea mentre il secondo è
un'acquisizione interiore permanente, coscientemente richiamabile. Aldilà del fatto che
nell'infinità divina infinita è pure l'appercezione dello spirito, i vari trattati sufi
hanno elencato stati e stazioni in una sequenza di valore simbolico, diversa secondo i
trattati. Di massima: Sette sono le stazioni corrispondenti ai sette profeti:
Adamo (grigio) ,Noè (blu) ,Abramo(giallo) ,Mosè (rosso),Davide
(bianco),Gesù (nero antimateria) e Maometto (verde smeraldo), di sette anni è costituito
il ciclo a spirale dell'insegnamento, con sette argomenti ricorrenti che preparano alla
comprensione sempre più profonda del vissuto della Realtà. Tre sono le morti
iniziatiche: bianca, verde e nera corrispondenti a momenti e modi di esperire un
Viaggio che in realtà non ha mai fine : la Creazione è una meraviglia che mai cessa ed
attimo dopo attimo si rinnova.
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