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INTERVISTA
DI ASGHAR IBRAHIMI AL PROF. NAZZARENO VENTURI SUL
LIBRO "LA REPUBBLICA ISLAMICA DELL'IRAN" : 20 ANNI
DOPO |
Professor
Venturi come è nata l'idea di un libro su "la Repubblica Islamica
dell'Iran"?
Se ricordo bene, l'editore aveva proposto a me che curavo la collana di
studi orientali, di occuparmi del "retroterra religioso" e al
curatore di studi medievali dell'aspetto politico. Si trattava di fare
con urgenza un testo sull' onda del momento, come oggi capita con molti
libri sull'Islam. Tra gli effetti del poco tempo a disposizione non solo
i diversi errori di stampa ma l'imprecisione nel valutare i fatti in
svolgimento. La fretta non permette dì ponderare a sufficienza.
Che
differenze ci sono tra la repubblica islamica dell'Iran e le repubbliche
di altri Paesi musulmani?
"Ogni caso è a sé. I motivi dell'eterogeneità sono molti, la
differenza può anche essere data dalla collocazione sciita o sunnita di
un Paese, oltre che da quella geografica con trascorsi culturali ed
umani caratteristici. I due rami islamici, ugualmente legittimi, si
diversificano in quanto nella maggioranza sunnita l'aspetto della laicità
è più forte. Nell'Islam non vi sono sacerdoti o, se si vuole, ogni
musulmano è sacerdote in quanto compie da sé il rito, e non è quindi
possibile una istituzione religiosa come la chiesa. Nonostante ciò il
prestigio acquistato dagli ayatollah nella schi'ia ha permesso in Iran
una forma politica di tipo teocratico."
Quale
differenza vede oggi, a vent'anni dalia stesura del suo libro?
"Oggi c'è un'ansia di rinnovamento in Iran. I sociologi amano
evidenziare due aspetti che si contrastano a vicenda, il primo lo
chiamano movimento nascente o divergente rispetto alla norma del
momento, l'altro è istituzionale e tende mantenere lo status quo, oltre
che gli interessi personali di chi lo gestisce. In questo c'è del vero
e si può applicare anche all'Iran, dove è forte la voglia di
rinnovamento, di un adeguamento alla realtà che è sempre in mutamento.
Va detto che la stessa schari'a, o legge islamica, non è immobile, se
ben interpretata secondo il Corano, ma si adatta ai tempi ed alle
situazioni
La
questione Iran-Iraq subito dopo la rivoluzione ha causato molte vittime,
avrebbe potuto forse essere evitata?
"È
successo quel che è successo. I se ed i ma non modificano nulla.
Importa la realtà del presente."
Come
lei ben sa, per le donne iraniane e straniere che per qualsiasi motivo
soggiornano in Iran è obbligatorio coprirsi i capelli e il collo: come
lo interpreta?
"E' semplicemente una questione di usanze. Anche in certe zone del
Sud Italia le donne usano il velo, soprattutto nel periodo in cui
rimangono vedove. Adeguarsi ai costumi del luogo è un atteggiamento di
civiltà, quando queste usanze non sono dannose. In ogni caso in Iran le
donne non sono emarginate, ma occupano posti importanti nella vita
pubblica."
Come
vede l'attuale governo Khatami e la possibilità di una riforma più
democratica? "La democrazia è implicita nell'Islam . Il Corano
invita a prendere le decisioni insieme, nel rispetto del dialogo e della
libertà . Questo significa che le opinioni non sono tutte uguali ed è
consentito il dissenso. Va rispettata comunque la decisione della
maggioranza. Penso che si voglia solo restituire all'Islam il suo vero
volto, dinamico e pluralista: quell'Islam che ha generato grandi civiltà
nel passato e che ha espresso splendide figure nelle scienze e nelle
arti."
Visto
la posizione geografica dell'Iran in questo particolare momento di
tensione bellica, sarebbe auspicabile una nuova apertura, un dialogo tra
Iran e USA?
"E' auspicabile solo il buon senso e un dialogo onesto e
costruttivo con tutti. Con gente onesta e motivata da entrambe le parti
si può operare bene oggi e seminare per il futuro."
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