striscia1.jpg (6992 byte)

http://www.alice-miller.com/sujet/fran.htm

sito di Alice Miller, dottoressa in filosofia e psicoterapeuta

miller1.jpg (11970 byte)

Alice Miller-L'infanzia rimossa- Garzanti 1999

 

striscia1.jpg (6992 byte)

Qualche puntualizzazione oltre le considerazioni già espresse nei commenti agli altri   titoli della Miller.  I bambini vanno presi sul serio, sempre,nelle loro esigenze di gioco, libertà espressiva e nelle recriminazioni. E' difficile che un bambino inventi di essere stato oggetto di violenza, ma per "gioco" , "sfida" o "imitazione" può capitare che egli inventi avventure amorose e cattiverie. Il più delle volte questo è evidente ed è il bambino stesso che lo fa capire. In una lettura  unilaterale del testo può apparire che il bambino non fantastichi mai sull'erotismo e sulle violenze, ciò non corrisponde a verità. Vero anche che si è esagerato nel ritenere che il bambino fantastichi sempre sul male subito, per evitare l'angoscia del proprio passato, delle violenze  subite,  finendo per stendere una falsa immagine idilliaca sull'infanzia quando spesso è tragica e comunque piena di spine. Scoprire la verità di un bambino che ha subito violenza significa riaprire i dolori subiti in sé ed accettare con rancore che quegli "adulti" che ci hanno circondato e che si è idealizzato erano tutt'altro che  perfetti. A livello terapeutico,  sempre in una lettura unilaterale, sembra che la persona che ha "scoperto" gli abusi subiti non debba smettere di odiare e ribellarsi a quelle figure negative della sua infanzia, questo perché il perdono significherebbe rimozione e quindi ripresa degli stessi comportamenti nocivi. Ritengo ciò discutibile e non certo per motivi "morali". Il perdono può anche fungere da evento rasserenante per l'equilibrio psichico a patto che non derivi dal bambino o dal genitore ma dall'adulto, altrimenti significherebbe veramente rimozione. La consapevolezza emotiva (soprattutto)   e logica del quadro degli eventi deve essere liberatoria e non una camicia di forza. Non ci si deve mai dimenticare del proprio passato per non chiudere gli occhi al presente  dell'infanzia che si ha davanti, ma esso non deve nemmeno essere un tormento esistenziale perenne. Poi è certo che ogni caso è a sé e merita un   approccio personale. (n.v.)

 

striscia1.jpg (6992 byte)