archivio II

 

LA TORRE

Cera una volta un re che aveva fatto costruire una torre altissima. Un suddito  intraprendente si accinse a scalarla e dopo ore ed ore di fatica riuscì a percorrerne una buona  metà. Il re informato dell'accaduto lo convocò per congratularsi con lui. Nell'accomiatarsi gli diede perfino un bel sacchetto di monete d'argento poichè, disse,  ogni giusto sforzo va premiato. Un'altro suddito che aveva assistito alla scena pensò che se il premio per uno che era arrivato a metà era già così lauto chissà quanto di più  per chi fosse giunto in cima ! Con grande foga dunque iniziò a salire gradino dopo gradino la torre finchè non giunse quasi stremato alla meta: con le sue ultime forze urlò dall'alto di essere arrivato e di informare il re. Ed il re per tutta risposta disse al soldato che riportava la notizia: "ah si? Allora riferitegli che già che è arrivato sul punto più alto può ormai fare una sola cosa, buttarsi giù!"

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LA FORMULA

C'era una volta un derviscio su una spiaggia che stava salmodiando una formula sacra . Poco distante, sul mare, c'era una barca con un altro derviscio ,molto colto ,accinto a meditare. Quest'ultimo fu interrotto da quelle preghiere che provenivano da terra. Subito comprese che si trattava di una formula capace di far camminare sulle acque ...ma c'erano degli evidenti errori nell'inflessione della voce e le stesse parole non erano quelle originali .Pertanto remò verso riva per informare lo sprovveduto degli svarioni e per indottrinarlo sulla pronuncia esatta. Pago di questa buona azione riprese la via del mare non allontanandosi a sufficienza per non sentire nuovamente quella litania piena di strafalcioni...a bocca aperta vide il confratello dirigersi verso di lui camminando tranquillamente sull'acqua, sentendosi poi chiedere "...potresti ripetermi la frase esatta che non me la ricordo più ?"

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MOSE' ED IL KHIDR

O per infantile capricciosità, per senso di vittimismo o per un calcolo da ragionieri che non torna mai c'è chi afferma che non c'è giustizia a questo mondo. Ma che ne sà l'uomo, il cui sguardo può abbracciare al massimo piccoli frammenti di cielo e di terra (come quando si è in cima ad una vetta) di tutto ciò che è nell'universo intero? L'infinito che sta oltre rende umile il saggio e fa  disperare chi non lo vuole accettare rendendolo sciocco.  In questa storia tratta dal Corano ( 18,65-83) il profeta Mosè guidato dal Khidr ( il misterioso saggio immortale , "il sufi verde" che può apparire ai mistici  per aiutarli nelle estreme difficoltà ) cerca di apprendere il senso delle cose e quindi la giustizia che le governa oltre l'apparenza:

Trovammo là un servo fra i Nostri servi, al quale avevamo elargito misericordia, al quale avevamo insegnato Noi stessi una certa scienza. Mosè gli disse:-Posso seguirti, per imparare qualcosa di quel che conosci? E l'altro:- In verità non potrai sopportare con pazienza la mia compagnia. Come potresti sopportare con costanza ciò di cui non hai ancora afferrato il significato? - Se Dio vuole mi troverai costante,- disse-nè disobbedirò ai tuoi ordini.- Ebbene-fece l'altro;- se mi segui non ti interrogherò affatto su quello di cui non ti avrò ancora parlato. Partirono tutti e due, e quando furono saliti sui una barca, l'uomo vi praticò una falla. Allora Mosè:- Vuoi forse annegare la gente dato che pratichi una falla? In verità hai commesso un atto riprovevole. E l'altro:-Non ti avevo detto che non avresti potuto sopportare con pazienza la mia comnpagnia?-Non prendertela con me per una cosa che avevo dimenticato; e non impormi un compito difficile. Ripartirono entrambi ; e quando incontrarono un bambino, l'uomo lo uccise.- Hai ucciso un individuo puro, o è in cambio di un altro individuo? In verità hai commesso un atto inaudito. E l'altro:- Non ti avevo detto che non avresti resistito con costanza in mia compagnia?- Se dopo questo ti interrogherò ancora su una qualsiasi cosa, allora non verrò più con te. Accetta le mie scuse. Ripartirono entrambi, e quando furono vicino ad una città, chiesero cibo agli abitanti, ma essi rifiutarono loro l'ospitalità. Poco dopo videro un muro che stava per crollare e l'uomo lo restaurò. Allora Mosè disse:- L'hai fatto senza chiedere un pagamento! Allora l'uomo disse:- Questa è la separazione fra noi due. Ma ti farò conoscere il significato di ciò che non hai potuto sopportare con pazienza. La barca appartiene a povera gente che lavora in mare: Volevo porla al riparo, perchè dietro di noi veniva un re che si impadroniva di ogni barca. Quanto al bambino, suo padre e sua madre sono dei credenti; e temevamo che imponesse loro la sua ribellione, la sua miscredenza. Noi abbiamo voluto che il Signore lo sostituisca con un più puro e più degno di tenerezze.  E quanto al muro, appartiene a due ragazzi orfani di quella città, e sotto vi è un tesoro che appartiene a loro. Il loro padre era un dabben uomo. Il Signore ha dunque stabilito che entrambi raggiungano il pieno vigore e trovino il tesoro; come misericordia da parte del Signore, dato che non l'ho fatto per mia scelta. Ecco ciò che non sei riuscito a sopportare con costanza. (trad. Mandel dal Corano senza Segreti ed. Rusconi)

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LA MEDITAZIONE

La meditazione e la preghiera sono per un'uomo di Dio il momento più prezioso della giornata. Lì si fa il vuoto, il silenzio, l'anima entra nelle sue profondità invisibili e quel continuum di emozioni, pensieri esistenziali, ricordi, evocazioni di altre persone che ci accompagna durante la giornata scompare. C'è solo la Presenza e l'Assenza, un dialogo intrapsichico che se inizialmente era  espresso a chiare lettere  quali possono essere quelle di una preghiera o di una riflessione consapevole, finisce per sfumare in un contatto intimo con il Sè: non c'è più bisogno di parole. La Verità è inesprimibile , la domanda è senza voce come la risposta, ma tutto acquista trasparenza . Ci si immerge nella creatività come in una immensa Notte che racchiude infinite luci e si ritorna con idee nuove da realizzare nei fatti; persone e luoghi riappaiono come lucidati da una pioggia benefica che rinverdisce. Le contingenze da sbrigare prendono la loro corretta rilevanza e soluzione. E' un ritorno al centro che permette alla ruota di girare consapevolmente.

Murrad N.Nuraldin

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LA MORTE

C'era una volta un uomo che aveva una paura tremenda di morire. Consultò maghi ed indovini e studiò antichi trattati per poter riconoscere la morte ed evitarla qualora se la fosse trovata intorno.  Spinto dal suo pensiero ossessivo si impegnò continuamente fino a che  riuscì ad acquisire questa facoltà . Un giorno infatti la individuò nella capitale del regno mentre passeggiava nel mercato: fu il solo a vederla insieme a qualche gatto che possedeva naturalmente questa capacità. Fuggì lesto nel paese vicino ma la scorse ancora mentre col suo sguardo inespressivo sembrava stesse osservando lo scorrere dell'acqua in un canale. Anche lì c'era un gatto che senza timore la stava puntando con occhi curiosi, come fanno del resto tutti i gatti quando c'è qualche novità. Ovviamente il nostro uomo si era già dileguato,   percorse centinaia di miglia col suo cavallo fintanto che, sentendosi abbastanza al sicuro si chinò sulla riva di  un torrente per bere. Ma un'ombra scura si riflettè sull'acqua, era lei: "C...come? Ti avevo vista nella capitale tre giorni fa e subito dopo in un sobborgo vicino ed adesso sei qui?"-"ah-rispose la morte- lì mi trovavo per caso, è qui che dovevo venire!"

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ODORE DI CASA...

C'era una volta un uomo che aveva perso i sensi sul mercato. Subito si raggrupparono intorno a lui  dei curiosi che, come al solito, pur non sapendo cosa fare nè motivati a farsi utili, limitano non solo la loro vita nel guardare e basta, ma sono d'ingombro ad altri che sanno agire. Questi ultimi si fecero largo e lo portarono in un angolo .Sollevarono le sue gambe di modo che la pressione potesse aumentare alla testa, ma niente... Provarono con sali profumati ma niente ancora. Finalmente ad uno venne un'idea: "Questo lo conosco,  vive in un pollaio ... "raccolse con della carta dello sterco e lo fece odorare al poveretto che presto si riprese...

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