Movimenti integralistici cristiani e islamici per le nuove crociate (in nome di Dio, patria e famiglia).

Dal libro di Nazzareno Venturi "Movimenti spiritualistici del 900". Saggio pubblicato sul "caravanserraglio puntosufi" per concessione dell'autore. ©

Appoggiarsi ciecamente ad una morale prefissata nasconde la mancanza di un io adulto e responsabile. La responsabilità è delegata ad altri,  alla   consuetudine, ad una autorità esterna, religiosa o statale che sia. Nasce così l'integralismo, la difesa ad oltranza senza compromessi su  "valori" assunti passivamente ed acriticamente dall'esterno. Questi valori ideologici non nascono dalla persona, dall'io interiore,non sono vagliati dall'intelligenza  ma riempiono un vuoto di identità . Un individuo che non sa vivere secondo il principio di realtà ( il quale obbliga a ritrovare costantemente un equilibrio dinamico in sé nel dialogo con la vita, le cose e le situazioni ) ha bisogno di arroccarsi in principi fideisti per trovare un senso di vita. Difende un "apparato esterno preconcettuale" senza accorgersi che questo gli obnubila  la vita, l'intelligenza, la sua identità reale. La differenza di chi vive fanaticamente  per la squadra del cuore, per il partito, per la nazione, per la religione è solo formale. Il musulmano ed il cristiano che lottano per le loro consuetudini , per una visione superficiale e distorta della religione sono identici anche quando litigano tra loro. Manca  il rapportarsi critico, ragionevole con chi si dice loro rappresentante, non riflettono sull'essenza della loro religione (o comunque della loro ideologia) né su quella di altri, ma si affidano all'autorità esterna che li utilizza.  Ed ogni autorità tende per forza di  conservazione a fare un culto di sé, fino a proclamarsi divina, fonte di verità e certezza. Non solo nel passato i capi politici e religiosi hanno detto alle folle che il loro compito (o del potere che rappresentavano)  era di sottomettere il mondo perché questo era il volere di Dio o della "Storia". Nella fenomenologia delle civiltà antiche, delle religioni, delle ideologie  dal marxismo  ai fascismi si ripropone lo stesso schema, l'istituzione e l'autorità che la rappresenta si automitizza   asservendo e plagiando chi non ha ancora senso autentico di giudizio e di ricerca della verità. Solo il mistico , il filosofo (non l'ideologo) , l'artista, il poeta, lo scienziato e chi vive queste caratteristiche  non è trasportato dalla corrente. Non confonde la fede con il fideismo. E' libero.

Dietro l'etnofobia, la paura del diverso, si celano interessi economici e fattori inconsci legati al bisogno di identità di gruppo. In alcune tribù del nord Africa la donna  si sente "a posto con la coscienza"  portando dei piatti infilati nelle labbra o una serie di anelli nel collo, se non con l'infibulazione praticata in nome del cristianesimo e dell'Islam soprattutto in Africa. Gli uomini di certe tribù si sottopongono a strazianti operazioni sui denti per renderli appuntiti. E dai costumi si passa a forme rituali  ed a concezioni ideologiche. Forme apprese sin dall'infanzia, succhiate insieme al latte. Il senso della tribù è identico a quello di nazione e di patria, costumi ed ideologie caratterizzano il proprio sentirsi nel branco. Il nemico è all'interno chi ragiona, chi ha senso critico ed all'esterno l'appartenente ad un'altra tribù. Ambedue sfidano un sistema abitudinario di valori. Rappresentano il nuovo. Ed il nuovo obbliga al confronto, al mettersi in discussione per sincerarsi se è più adeguato alla realtà, a scelte migliori rispetto al proprio standard abituale.

Islam e Cristianesimo, e tutte  le altre religioni da oriente ad occidente, fanno parte di una unica civiltà umana. Nonostante si sia sotto un unico cielo e si cammini sopra una unica terra l’uomo ha creato divisioni ideologiche e confini in cui i vari gruppi cercano di avvantaggiarsi sugli altri per motivi economici fino a cercare di distruggersi vicendevolmente. In nome del proprio modo di credere in Dio, dei propri usi e costumi, della propria famiglia da difendere,   la storia umana si ripete noiosamente di conflitto in conflitto. Ma sono gli integralisti, gli ipocriti che usano la religione per i propri interessi, a farlo, inducendo all’odio le masse. Il risultato è che Brancaleone torna sempre alle crociate.

L'Islam, per l'integralista cristiano, costituisce un pericolo. Certamente i movimenti terroristici degli altri integralisti musulmani sono un pericolo ma non si può ottenere un dialogo costruttivo con la stessa mentalità, pronti a distruggere, seppur in modo meno palese laddove possibile, con armi economiche costringendo alla fame. Ognuno   utilizza televisioni, palchi e giornali per lanciare  slogan contro i “nemici”. Invece di trovare accordi per un bene comune a vantaggio di tutti si preferisce cercare di risvegliare paure e trovare  motivi di rancore. A quanto unisce si preferisce quello che divide (diabolos=divisore). La demonizzazione dell’avversario è vrecchia come il mondo ma nella realtà non ci sono buoni e cattivi di qui e di là, ma di qui e di là buoni e cattivi, persone ragionevoli o fanatiche, civili o egoiste.

Nel caso dell’occidente  Brancaleone non  pensa che basi cospicue della civiltà occidentale, dalla scienza alla letteratura ed alla mistica, poggiano proprio sulla eredità della civiltà islamica medioevale, allora perno della cultura nel mondo.  Né ricorda  lo sfruttamento coloniale degli stati occidentali sul mondo islamico né ai loro soprusi (che spiegherebbe molte situazioni odierne).  Si nasconde il bene ricevuto e il male provocato. Brancaleone guarda con preoccupazione gli  extracomunitari, che pur essendo di diverse provenienze e fedi,  massifica talvolta sotto il  termine di musulmani senza sapere cosa significa. Dice che non c'è lavoro neppure per gli italiani ma  invita questi ad avere più figli.  Allerta sul pericolo dei matrimoni misti ma nei consultori chiedono aiuto non solo le donne "cristiane" che hanno sposato musulmani, ma musulmane che hanno sposato cristiani, essendo dunque un problema di maschilismo e non di religione. Parla di malavita,  di prostituzione e droga come fenomeno importato  in un un paese dove le mafie locali imperversano e si infiltrano nella pubblica amministrazione (in uno stato dove  il rischio di patteggiamenti continui tra le parti non permette di far emergere le nefandezze della corruzione) spesso gestendo  come manodopera gli stessi extracomunitari (di cui comunque la percentuale malavitosa è  minima). Volutamente ignora la fonte di ricchezza che potenzialmente essi costituiscono  per paura di una islamizzazione, ossia di una perdita di identità nazionale. Brancaleone non si preoccupa della dignità umana, della sopravvivenza dell'uomo sul pianeta ma  del dominio di una identità collettiva, quella di cui crede di possedere i parametri.

Cosa importa la salvezza di qualche costume sia esso cristiano o islamico o zingaro quando è in gioco tutta l'umanità? Certo che importa, se non è dannoso, ma subordinandolo ad esigenze globali. L'integralista non vuole né riesce a vederle. E' troppo impegnato nella cieca  difesa dei suoi valori.

Se non si capisce come è possibile che da un libro di pace e di amore come il Vangelo possa essere nata l’inquisizione e ogni sorta di angherie belliche e oscurantiste da parte della cristianità questo vale per l'islam dove i suoi integralisti, anteponendo un letteralismo del testo sacro a proprio uso e consumo, hanno misconosciuto la sua base coranica laddove ogni differenza religiosa non solo deve essere rispettata ma considerata proveniente da Dio. Il musulmano dovrebbe essere obbligato alla tolleranza, al rispetto delle altre etnie, a non obbligare ad alcuna conversione (nessuna costrizione in fatto di religione: Corano 2,256 )  ma è invitato a conoscere ogni cosa (il sapere va cercato fino in Cina,ossia dovunque fino agli angoli più remoti ). Non ci si dimentichi la storia: l'Islam si è espanso in Europa fino alla Spagna ed alle porte di Vienna non perché in preda ai furori della guerra santa ( termine nato nel mondo cristiano chiamando così le crociate, vedi nota) ma soprattutto perché spesso i popoli stanchi delle vessazioni dei principi cristiani ben volentieri accettavano i conquistatori musulmani, più colti e tolleranti. Nacquero le università, gli ospedali, le biblioteche aperte a tutti. Ovviamente ci sarebbe da distinguere caso per caso, da regno a regno, da città a città, per cui troviamo anche navi pirata provenienti da zone islamiche  (i famosi saraceni popolazioni del golfo di Aqaba) c'erano pure altrettante navi pirata di olandesi, spagnoli, inglesi etc. che nessuno chiamerebbe cattoliche.

Durante le conquiste arabe non vi fu nessun sterminio come quello perpetrato in America dopo Colombo fino alle estinzione di civiltà intere, né stragi di scienziati e comunità che la pensavano "diversamente" come gli Albigesi. E se è vero che anche nell'Islam ci furono prepotenze esse, per quanto sia difficile quantificarle, non sono peggiori di quelle perpetrate da altri popoli non musulmani.

Rimane il fatto che il fanatismo non ha religione ed etnia, accomuna tutti nella stessa satanica ignoranza e stupidità . Ma ci sono anche musulmani,   cristiani e  laici illuminati, tanti con buon senso  che capiscono che la Terra è da condividere in pace con tutti (comprese le altre specie viventi che la popolano)  , una Terra che ha paletti di confine solo per chi li ha piantati nella sua testa. Ci sono valori e valori.   E là dove è il vostro cuore, diceva Gesù, c’è il vostro tesoro (Mt 6, 19-23).

 

Nota. La guerra Santa di Dio contro l'Islam” Con questo slogan il sinodo della Chiesa Cattolica Romana di Clermont-Ferrant del Novembre 1095 (sotto papa Urbano II ) diede il via alle Crociate.

Dopo 40 giorni di assedio il 15 Luglio 1099 le truppe dei crociati entrarono a Gerusalemme. Dopo il massacro degli Ebrei in Europa i crociati sterminarono anche quelli che trovarono a Gerusalemme e con essi gli altri cristiani non cattolici, greci, copti, armeni georgiani e siriani. Torture e soprusi inimmaginabili furono inflitti anche ai bambini e gli assassinii continuarono contro i musulmani. 70.000 (secondo lo storico Ibn al Athir ) vennero uccisi. Raimondo Aguiles, testimone oculare  cristiano racconta che " In città si vedevano mucchi di teste, mani e piedi. Occorreva farsi largo tra i cadaveri degli uomini e dei cavalli. Ma tutto ciò non era niente in confronto a quello che avveniva presso il tempio di Salomone, un luogo dove normalmente si tenevano le cerimonie religiose. Cosa vi capitò? se raccontassi la verità direi cose che non si possono credere. Vi basti sapere che nel tempio e nel portico di Salomone gli uomini andavano a cavallo con il sangue che arrivava fino alle ginocchia e alle redini. In verità fu giusta e splendida volontà di Dio che questo luogo si riempisse del sangue degli infedeli..."

E prima? Quando Omar conquistò Gerusalemme nel 638 non risulta storicamente che qualcuno rimase leso. Anzi il califfo si premunì che la vita e le proprietà di  tutti gli abitanti fossero rispettate. Chiese al patriarca cristiano di accompagnarlo in visita ai luoghi di culto cristiani. Mentre era nella Chiesa del Santo Sepolcro si congedò poichè era l'ora della preghiera. Il patriarca disse che poteva anche compierla nel tempio ma egli andò fuori sul piazzale col suo tappetino dicendo: "Se pregassi nel tempio i miei uomini se ne vorrebbero appropriare in quanto, direbbero: Omar ha pregato qui. "

Insomma la propaganda che vuole dipingere gli altri sempre come “cattivi” e dipingere se stessi come “buoni” è smentita dalla storia e da una analisi obiettiva dei dati (quando può essere studiata in modo libero e indipendente da pressioni ideologiche di potere). Ma questo tipo di propaganda è vecchio come il mondo e molti si sono  lasciati sedurre da essa in quanto non hanno altro tipo di informazioni né capacità critiche per valutarle. Quanti terroristi sono stati plagiati, educati all’odio da movimenti estremistici islamici verso i popoli occidentali rappresentati come crudeli e cattivi! Già il fatto di non riuscire più a capire e distinguere che ogni popolo è fatto da persone con caratteri e idee anche molto diverse tra loro, mostra una follia di fondo che può colpire come una epidemia le masse. Ne è risparmiato chi sta attento a non essere contaminato da sentimenti ed idee di odio e disprezzo. Solo coltivando in sé la pace, la tolleranza, la ragionevolezza, l’obiettività è possibile vincere la battaglia contro il fanatismo e gli egoismi, contro il dottrinalismo di qualsiasi natura ma che pretende di possedere tutta la verità.  Insomma le uniche guerre veramente significative si combattono in se stessi (la Jiahad letteralmente significa “sforzo”) come vuole una saggezza che si ritrova in tutti i popoli del mondo: ecco forse l’unico rimedio possibile per evitare di estinguerci come specie e come persone dotate di intendimento e di buona volontà.

 Nazzareno Venturi

 

QUESTO SITO NON USA COOKIE E NON MEMORIZZA IN ALCUN MODO LE TUE INFORMAZIONI


 CONSULTA INFORMATIVA SUI COOKIE