DURANTE LO ZIKR

Dalla semplice preghiera individuale e collettiva praticata in ogni religione a cerimonie in cui è prevista la danza, o comunque il movimento del capo per liberare le energie , decontraendo i muscoli, si verificano stati ed esperienze interiori costanti. Quando ciò ovviamente non sia pura ripetizione formale, situazione che si verifica ordinariamente, ma impegni l'essere con la mente e col cuore, come durante l'ispirazione di una poesia o di una opera artistica. Ogni preghiera è rammemorazione di Dio. Tutta l'attività psichica prima rivolta alle interazioni col mondo fisico attraverso i sensi si rivolge in questi momenti al piano più intimo, spirituale o dell'anima. In modo consapevole il soggetto compie quel passaggio  naturalmente ripetuto  dallo stato di veglia a quello di sonno. Ma in modo vigile verso il centro, il Sé. Spontaneamente questo transito si verifica anche nelle cosiddette esperienze pre-morte con fenomenologie tipiche, o può essere indotto nel contesto sciamanico da sostanze allucinogene.

Luci, immagini archetipiche, ricordi e sogni che trovano una spiegazione, sentimenti di pace, di armonia, di amore, dilatazione guidata dal Sé della consapevolezza oltre l'involucro corporeo, presenze di luce o di antica guida sapiente. Il tempo-spazio perde il suo carattere costrittivo per cui il soggetto si sente in un presente eterno, ed in esso ritrova raccolto il fluire del passato e del futuro. Solo lui, l'orante, conosce, avendolo sperimentato, il senso della mistica, poiché di sensi interiori sublimi si tratta. Tutto questo non può essere liquidato come fenomeno allucinatorio e psicopatologico.  Il soggetto non è vittima di questi stati come succede nelle schizofrenie o nell'assunzione di droghe ed alla fine della preghiera recupera una rinnovata armonia emotiva, si sente   ritemprato di energia, di lucidità intellettuale e sensoriale.

Tipica, durante la preghiera è la percezione di luci.  Già normalmente, anche nel buio più profondo della notte, si percepisce una luminosità interna: sono i fosfeni prodotti dalle scariche neuronali della corteccia visiva e dai fotorecettori della retina. Ma qui la luce prende dimensione e colore, si verifica la differenza tra la caotica massa di colori di una vecchia tavolozza ad un quadro di purissimo acquerello dalle tinte perfette. La psiche insomma sembra elaborare i suoi dati non più in riferimento al materico ma allo spirituale.

Certo nulla importa di queste fenomenologie se non c'è la fede. Momenti di certezza dell'Unico, del Principio che calmano quel tutt'uno d'energia che è la mente ed il corpo, nelle ritrovate simmetrie dell'universo. Nulla importa di queste fenomenologie se non c'è saggezza, esperienza di tutta la vita che lavora ora dopo ora per conoscere, investigare la realtà ,  inebriata dalla consapevolezza che non v'è fine in questa ricerca. L'infinito è percettivamente tale poiché , nello stesso istante, appaga completamente e mai appaga .

N.Nurettin

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